
Le primavere arabe, che sotto l’evidente «fallimento delle politiche economiche di pianificazione dirette allo sviluppo», hanno portato al rovesciamento dei regimi autoritari al potere in diversi paesi della sponda Sud del Mediterraneo tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, non sembrano aver promosso un processo di riforma dell’assetto politico-istituzionale in Algeria. Nel paese non si è infatti verificato un avvicendamento delle élite al potere; al contrario, con le elezioni del 2014 è stato confermato alla carica di Presidente della Repubblica, per il quarto mandato consecutivo dal 1999, Abdelaziz Bouteflika, espressione del Front de Libération Nationale, già partito unico del paese al potere dal 1962. In Algeria, i moti sorti nel 2011, in un clima di generale instabilità politica dell’area nordafricana, hanno portato ad un riassetto del potere più che ad un cambio di regime, mentre la riforma costituzionale promessa in quel periodo dal Presidente della Repubblica per rafforzare la democratizzazione del paese è stata adottata soltanto nel 2016. Le ragioni per le quali l’Algeria sembra seguire un trend diverso rispetto agli altri paesi del Maghreb, registrando peraltro livelli di libertà più bassi rispetto a Marocco e Tunisia, sono da ritrovare in diversi fattori. Tra questi incide senz’altro il vivo ricordo della guerra civile che ha visto opporsi, per oltre un decennio a partire dal 1991, il Governo nazionale e le forze islamiste; a ciò si aggiunga che il processo di pacificazione nazionale non può considerarsi del tutto concluso, visti i continui attacchi da parte degli estremisti islamici nel paese. Un altro aspetto cruciale è quello che attiene alla struttura stessa dell’economia nazionale, intimamente legata alle riserve petrolifere. Difatti, lo Stato, attraverso il controllo del settore degli idrocarburi, ha fatto spesso ricorso alla ridistribuzione degli utili provenienti dal gas e dal petrolio, imponendo un abbassamento dei prezzi al fine di sedare le rivolte contro il carovita. In questo stretto legame tra legittimazione delle istituzioni e uso delle risorse economiche nazionali si ritroverebbero, dunque, alcune delle motivazioni che hanno limitato gli effetti delle manifestazioni contro la concentrazione del potere... (segue)
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