
La richiesta con cui la Corte di giustizia ha proposto al Parlamento europeo e al Consiglio, ai sensi dell’art. 281 TFUE, di modificare il suo Statuto per trasferire al Tribunale la competenza a conoscere, in primo grado, i ricorsi per inadempimento contro gli Stati membri, merita di essere esaminata prima ancora che dal punto di vista strettamente “tecnico-giuridico”, da quello per così dire “politico- istituzionale”. Di questa iniziativa della Corte colpisce, infatti, innanzitutto una cosa. Essa prende esplicitamente le mosse da una precedente modifica dello Statuto, decisa nel 2015 su proposta della stessa Corte, che è destinata a portare, con la soppressione del Tribunale della funzione pubblica, al raddoppio, nel 2019, del numero dei giudici del Tribunale dell’Unione. E in quell’occasione – anzi, proprio nel regolamento che sanciva tali modifiche - il Parlamento e il Consiglio hanno chiesto alla Corte (art. 3) di trasmettergli entro il 26 dicembre 2017 una relazione su «eventuali modifiche della ripartizione delle competenze in materia di pronunce pregiudiziali a norma dell'articolo 267 TFUE» (par. 2), ed entro il 26 dicembre 2020 (quindi a raddoppio dei giudici del Tribunale abbondantemente completato) la produzione di un’ulteriore relazione sul funzionamento e l’efficienza di un Tribunale con un numero doppio di giudici, nonché sull'eventuale opportunità di istituire ulteriori sezioni specializzate e/o di procedere ad altre modifiche strutturali del sistema giurisdizionale dell’Unione; relazione, quest’ultima, da elaborare peraltro «con l'ausilio di un consulente esterno» (par. 1). Ebbene. Il 21 dicembre dello scorso anno la Corte ha puntualmente trasmesso la prima di queste due relazioni, esprimendo un giudizio di inopportunità, «in questa fase», sull’idea di «proporre una modifica del proprio statuto al fine di trasferire al Tribunale una parte della competenza che essa esercita in materia pregiudiziale». Ma in compenso, senza collocarla nella riflessione più ampia richiestale da Parlamento e Consiglio per fine 2020, essa ha prodotto dopo appena tre mesi la proposta, che ci troviamo ora a discutere, di trasferirgli invece la competenza a decidere su gran parte dei ricorsi per inadempimento… (segue)
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