
Abstract [It]: Il contributo analizza criticamente le sentenze n. 68 e n. 69 del 2025 della Corte costituzionale italiana. Si intende evidenziare, in particolare, le aporie teorico-ricostruttive derivanti da un uso oscillante del limite della discrezionalità legislativa. In questo quadro, l’interesse superiore del minore funge da leva giustificativa per soluzioni normative innovative, spesso in contrasto con la coerenza sistematica dell’ordinamento. In particolare, la Corte apre a possibili futuri accessi alla procreazione medicalmente assistita da parte di donne single e riconosce, di fatto, configurazioni familiari “monoparentali” o omogenitoriali, pur senza intervenire direttamente sul disposto dell’art. 5 della legge 40/2004.
Title: Stop and go of the Consulta on medically assisted procreation and the family (first reading notices of Constitutional Court nos. 68 and 69 of 2025)
Abstract [En]: This paper offers a critical analysis of Italian Constitutional Court rulings nos. 68 and 69 of 2025. The author highlights unresolved theoretical inconsistencies stemming from a fluctuating application of legislative discretion. The child’s best interest emerges as the primary rationale for increasingly creative judicial solutions, often at odds with systemic coherence. Notably, the Court leaves open the possibility for future access to assisted reproductive technologies by single women and, de facto, legitimizes “monoparental” or same-sex family formations, even without formally invalidating Article 5 of Law 40/2004.
Parole chiave: Corte costituzionale, procreazione medicalmente assistita, interesse superiore del minore, discrezionalità legislativa, famiglie omogenitoriali
Keywords: Constitutional Court, medically assisted reproduction, best interests of the child, legislative discretion, same-sex parenting
Sommario: 1. Il trend viepiù marcato e vistoso verso la progressiva destrutturazione del modello costituzionale di famiglia. 2. Perduranti oscillazioni ed irrisolte aporie teorico-ricostruttive conseguenti all’uso a fisarmonica del limite della discrezionalità del legislatore. 3. Principio di precauzione e “famiglie monoparentali”. 4. Un assist fatto dalla Consulta per futuri accessi alle pratiche riproduttive da parte della donna single. 5. Il rilievo a scomparsa del paradigma della eterosessualità della coppia e la mancata (fino ad oggi…) caducazione dell’art. 5 della legge 40. 6. La soluzione più lineare e però inquietante: la riscrittura dell’art. 29 alla luce del sole (e non già per via sotterranea e in sedi diverse da quella della rappresentanza politica) che sancisca il definitivo disfacimento dell’originario modello di famiglia e la sua sostituzione con altro in progress e dai contorni ad oggi non nitidamente percepibili, con imprevedibili, negativi effetti idonei ad espandersi a raggiera per l’intero corpo sociale.
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