
All’indomani dell’esito del referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari il Partito Democratico ha presentato un ambizioso progetto di revisione della Costituzione, che riguarda la riforma del bicameralismo e la ristrutturazione delle forme del rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo. Si tratta di un progetto ampio, probabilmente non recettivo dell’insegnamento che si può trarre dalla intervenuta approvazione della riduzione del numero dei parlamentari: le riforme puntuali hanno più chances di incontrare il consenso dei cittadini, perché il loro contenuto e significato maggiormente comprensibili evita che l’eventuale referendum popolare possa trascolorare plebiscitariamente in un quesito circa il Governo in carica (e infatti le percentuali di voto favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari sono risultate sostanzialmente uniformi in tutto il Paese indipendentemente dall’orientamento politico prevalente nelle diverse aree territoriali). A prescindere da questa considerazione di metodo, solleverei due critiche di merito rispetto all’impostazione del progetto di legge… (segue)
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La più importante delle riforme sarebbe tornare a un procedimento parlamentare normale
Andrea Mazziotti (30/12/2020)
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La piena tutela dell’ambiente naturale 'culturale' come azione politico-sociale
Giuseppe Palma (15/12/2020)
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È scoppiata la terza 'guerra tra le Corti'? A proposito del controllo esercitato dalla Corte di Cassazione sui limiti della giurisdizione
Roberto Bin (17/11/2020)
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La recente giurisprudenza costituzionale e la Corte di Cassazione «fuori contesto»: considerazioni a prima lettura di ord. Cass. SS.UU. 18/09/2020, n. 19598. Con postilla a commento di B. Caravita
Simone Barbareschi e Lucio Adalberto Caruso (04/11/2020)