
In Romania la coabitazione del 2012 tra il Presidente Bǎsescu ed il Primo ministro Ponta, i cui contrasti hanno portato, con tempi e modalità che hanno destato preoccupazione nelle istituzioni europee, ad un referendum revocatorio fallito per mancato raggiungimento del quorum strutturale, rappresenta l’ultimo capitolo di una serie di gravi crisi istituzionali dovute all’ambiguità di alcune disposizioni costituzionali, in primis quelle relative al ruolo ed ai poteri del Capo dello Stato eletto in via diretta. In seguito agli ultimi mesi di forti tensioni, la revisione della Costituzione del 1991 – dopo la prima, ampia, riforma del 2003 – è oggi considerata prioritaria dalle forze politiche presenti in Parlamento, dal Governo, dal Presidente e non solo: basti pensare all’osservazione della Venice Commission, organo consultivo del Consiglio d’Europa, «on the need for constitutional and legislative reform in order to ensure that in future similar situations will not arise again»
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