
Con la chiusura nella settimana scorsa della due giorni (il 21 ed il 27 ottobre) del vertice dei capi di stato e di governo dell’Eurozona dedicato alla risoluzione del finanziamento del debito sovrano della Grecia (con relativa imposizione di una perdita del 50% sul debito detenuto da privati), all’approvazione del programma di riforme chiesto all’Italia, all’aumento del fondo salva Stati e alla ricapitalizzazione delle banche, si riteneva che l’Europa avesse superato il momento più difficile della crisi che sta attraversando. I giornali dei giorni successivi, intervistando i leader europei, evidenziavano un clima generale di euforia, peraltro manifestato dal positivo andamento dei mercati finanziari. Quanto accaduto tra venerdì e l’inizio di questa settimana con la caduta delle borse europee e di Wall Street, ed in particolare dei titoli bancari (compresi quelli delle banche francesi e tedesche maggiormente esposte nei confronti del debito greco), con la (improvvida?) decisione presa dal primo ministro Papandreu di sottoporre a referendum il piano dell’Ue, con l'aumento dello spread. .. (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Presentazione
Emilio Castorina, Pierpaolo M. Sanfilippo, Adriana Ciancio, Elisa D’Alterio e Giuseppe Chiara (27/01/2023)
L'ingresso della Croazia nella zona euro e nell’area senza frontiere interne: una tappa importante per l’Unione europea
Tanja Cerruti (25/01/2023)
I diritti umani alla frontiera del diritto
Renzo Dickmann (25/01/2023)
Con il procedimento di determinazione dei LEP (e relativi costi e fabbisogni standard) la legge di bilancio riapre il cantiere dell’autonomia differenziata
Giulio M. Salerno (11/01/2023)