
Lo scorso 20 dicembre dopo un negoziato intenso e non privo di intoppi è stato raggiunto formalmente l’accordo sulla proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita (d’ora innanzi PSC) a cui seguiranno, in sede di trilogo, le ulteriori tappe per finalizzare l’approvazione definitiva del relativo pacchetto legislativo. Una conclusione in tempi rapidi non è solo auspicabile, ma anche cruciale attese le ricadute sull’economia europea della delicata situazione geopolitica che sembra complicarsi di giorno in giorno (v. da ultimo le tensioni nel Mar Rosso). Prima di analizzare le novità introdotte dall’accordo raggiunto sembra utile ripercorrere le ragioni che hanno indotto la Commissione a proporre una riforma del vecchio PSC nonché riflettere sull’approccio di segno diverso, rispetto al passato, che sembra connotare l’impianto riformatore. Nella Comunicazione sugli orientamenti per una riforma del quadro della governance economica dell’UE del 9 novembre 2022 la Commissione indica una pluralità di ragioni sottese all’esigenza di una modifica delle regole del PSC la cui applicazione ultraventennale ha mostrato non poche criticità applicative che adesso rischiano di essere acuite a seguito delle crisi di varia natura (finanziaria, sanitaria, energetica) che gli Stati membri dell’UE hanno dovuto affrontare nel corso del tempo e della situazione geopolitica legata al perdurare della guerra ucraina e di altri conflitti, intanto insorti, che hanno modificato gli scenari... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
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