
Il quadro della situazione italiana, negli ultimi mesi, è via via diventato sempre più sconcertante e desolante. Si è letto che la camorra o altre organizzazioni criminali sono alla conquista dei partiti in questa o quella regione (e certo gli attuali fragili partiti non sono difficili da conquistare); e ancora si è parlato del fatto che qualche pentito di mafia accusa questo o quel politico; ovvero di stormi di “fannulloni” che rovinano la pubblica amministrazione. La politica ci ha messo del suo: dopo la bocciatura del “Lodo Alfano” da parte della Corte costituzionale, ancora in questi ultimissimi giorni una proposta piena di debolezze giuridiche sta infangando il tema nobile del “giusto processo”; e una provocatoria discussione sull’innalzamento a settantotto anni dell’andata in pensione di alcune categorie della sfera pubblica sta attraversando (e inquinando) molte scelte istituzionali. Prima dell’ultimissima accelerazione che ha coinvolto anche il governo nazionale, con i processi relativi al Presidente del Consiglio (fermati all’inizio della legislatura e ripartiti) e boatos su possibili altre iniziative giudiziarie, svariati Presidenti di Regione uscenti e molti possibili candidati sono stati al centro di inchieste giudiziarie ovvero sono apparsi ricattati o ricattabili: e, alla fine, le candidature alle prossime elezioni regionale del 2010 rischiano di essere decise non cercando di discutere e confrontare possibili progetti, bensì sempre più su un tavolo dove siede anche quel convitato di pietra che è la magistratura. In tutti questi mesi, il governo, un giorno si e uno no, appariva, secondo alcune ricostruzioni, oramai al capolinea; mentre, dall’altra parte, si è continuamente affermato che si trattava del miglior governo possibile: fino alla discussione di questi ultimi giorni che ha posto sul tappeto, esplicitamente e brutalmente, lo scioglimento delle Camere, nonostante l’amplissima maggioranza che sostiene il governo, nel caso di mancata approvazione della legge sul “processo breve”. La “politica”, dunque, non è stata da meno nel diffondere una immagine negativa del paese; ed oggi, alla fine, dopo mesi di scontri, il tema pare ormai squadernato: astratta “difesa della legalità”, per cui nessuno può sottrarsi al “suo” “giusto processo”, versus una astratta “difesa della volontà popolare”, per cui la magistratura non può indubbiare la scelta elettorale... (segue)
Come opportunamente si avverte nella Relazione, <<l’intervento di espressa abrogazione realizzato con il decreto-legge n.200 del 2008.. (segue)
Nella Relazione alla Camera, il Ministro per la semplificazione normativa, significativamente, sottolinea che “ complicare è più facile che semplificare ”; e tuttavia, osservando i diversi e articolati strumenti che sono stati approntati proprio allo scopo di “potare” il frondoso, e in tanti rami, anche rinsecchito, albero delle fonti normative italiane, non si può non rilevare, sommessamente... (segue)