Con una decisione sofferta il
Bundesverfassungsgericht ha respinto i ricorsi per l’incostituzionalità delle leggi di ratifica del Trattato istitutivo del fondo finanziario europeo di stabilità e del c.d
fiscal compact. La pronuncia, molto attesa e peraltro di portata decisiva per il futuro del processo di integrazione europea, ha riguardato due strumenti di diritto internazionale, finalizzati a potenziare ed a rendere meglio operanti i meccanismi di stabilità finanziaria introdotti in modo incrementale attraverso le riforme dei Trattati comunitari e poi perfezionati dal Trattato di Lisbona, sebbene non destinati ad integrare il contenuto di questi e non facenti parte del diritto primario dell’Unione. Come era largamente prevedibile, dal
Bundesverfassungsgericht non è giunto un “via libera” senza condizioni ai due trattati. Secondo il giudizio ricorrente nella stampa tedesca, si è trattato perciò di un assai prudente (e peraltro interlocutorio) “
ja, aber” (così la previsione, puntualmente confermata, di R. Müller nella
Frankfurter dell’11 settembre): di una pronuncia che, da un lato, ha confermato indirizzi giurisprudenziali risalenti al
Maastricht Urteil, e poi successivamente ribaditi dal
Lissabon Urteil e dal più recente
Griechenland-Hilfe Urteil, con i quali sono stati affermati la centralità del principio della democrazia parlamentare e delle prerogative del
Bundestag (riassume ora questi indirizzi D. Grimm,
Die Zukunft der Verfassung II, Suhrkamp 2012, 153 ss.), e dall’altro non ha tratto da... (segue)