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NUMERO 16 - 07/08/2013

 La Corte costituzionale completa di fatto il percorso di reintroduzione dell’istituto del collocamento

La sentenza n. 83/2013 sembra inquadrabile come un ulteriore, e forse l’ultimo, passaggio di una sorta di percorso attraverso il quale la Corte costituzionale ha seguito in parallelo la più recente evoluzione normativa in materia di cd. fuori ruolo dei docenti universitari, sconfessando progressivamente le scelte operate dal legislatore. Il collocamento fuori ruolo dei docenti universitari è stato oggetto nel corso degli anni di numerosi interventi normativi. In particolare, con l’art. 16 del d.lgs. n. 503/1992, era stata riconosciuta ai dipendenti civili dello Stato e degli enti pubblici non economici (tra i quali, quindi, anche i professori universitari) la facoltà di permanere in servizio per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo. Poco dopo, con la legge n. 549/1995, la durata del collocamento fuori ruolo dei docenti universitari veniva fissata in tre anni. Successivamente, con la legge n. 230/2005 (cd. riforma Moratti), veniva abolito il collocamento fuori ruolo per i professori universitari; fermo restando però il mantenimento dello stato giuridico in godimento per i docenti già in servizio alla data di entrata in vigore della medesima legge. In tal modo, dunque, a questi ultimi non poteva applicarsi l’eliminazione del fuori ruolo che, in questi termini, veniva riferita unicamente a quei docenti entrati in servizio successivamente all’introduzione della legge in questione... (segue)



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