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NUMERO 22 - 06/11/2013

 Il principio di pari opportunità in ambito politico. Un bilancio di una tutela sempre più multilevel

Il 31 gennaio 1945, il Consiglio dei Ministri, sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi, emanò il decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945 n. 23, che riconobbe il diritto di voto alle donne: questo fu esercitato, per la prima volta, alle elezioni amministrative che si svolsero l’anno seguente e, quindi, il 2 giugno del 1946, quando l’intero corpo elettorale fu chiamato ad esprimere il proprio voto per il referendum istituzionale e per l’elezione dell’Assemblea Costituente (d.lgs.lt. n. 74/1946). Anche se sono oramai trascorsi quasi settant’anni da quell’importante riconoscimento, le donne continuano a scontrarsi contro un vero e proprio ‘tetto di cristallo’ che impedisce, di fatto, una pari possibilità (fra uomini e donne) di competere all’assegnazione di seggi nelle istituzioni rappresentative ad ogni livello di governo. Per superare queste barriere (formalmente) invisibili, il legislatore ordinario, prima, costituzionale e regionale, dopo, è intervenuto per assicurare un’effettiva parità di accesso per gli uomini e le donne alle cariche elettive e, pur senza giungere a stabilire una eguale parità di condizione nelle candidature, non ha inteso muoversi verso misure chiaramente discriminatorie per la tutela di un gruppo (non considerato come) svantaggiato... (segue)

 



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