Può una sanzione irrogata dall’AGCM e confermata dal TAR, per la quale è ancora possibile proporre appello, considerarsi motivo di esclusione ai sensi dell’art. 80, c.5, lett. c) d.lgvo 50/16? Quali sono i comportamenti che la stazione appaltante può ritenere porre in dubbio l’integrità o l’affidabilità del concorrente tanto da decretarne l’esclusione? La questione, con particolare riferimento alle ipotesi contemplate dall’art. 80, c.5, lett. c) del d.lgvo 50/16 è stata di recente affrontata dal TAR della Campania e rappresenta un tema di portata particolarmente rilevante nello studio della nuova architettura dei contratti pubblici disegnata dal cd. nuovo codice. Il tema dei requisiti di moralità e professionalità delle imprese interseca, infatti, molte questioni che nel loro complesso danno la misura delle direttrici lungo cui si muove il nuovo impianto normativo e consentono di verificarne l’aderenza al quadro socio-economico (e culturale) del Paese. Dunque, la fattispecie normativa verrà analizzata non isolatamente, ma nella dimensione e nelle implicazioni che essa assume nel più generale contesto delle regole del dialogo; dell’attenuazione del valore formale nelle procedure contrattuali (o se si preferisce, della dequotazione di vizi formali nella gestione delle procedure di aggiudicazione); della efficacia delle misure di prevenzione e contrasto dell’illegalità; degli spazi assegnati alla giurisdizione amministrativa alla luce delle norme processuali in tema di appalti. La sentenza del TAR Campania permette, infine, di confrontare la nuova disciplina in tema di esclusione per gravi errori professionali con quella previgente: anche sotto questo profilo concorrendo a fornire la misura del cambiamento avuto di mira dal legislatore italiano in sede di recepimento delle direttive europee. La varietà dei temi suggerisce, pertanto, di premettere una breve ricostruzione della vicenda oggetto della sentenza presa a riferimento... (segue)
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