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La decisione n. 17/2019 non si segnala tanto per la salomonica capacità di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Questo potrebbe sembrare a prima lettura: la corte costituzionale nega la legittimazione al gruppo parlamentare come espressione di un potere oppositorio di fronte ai diktat della maggioranza nella decisione sul bilancio, ma l’ammette in linea teorica a favore del singolo parlamentare, in relazione a frazioni di potere costituzionale tutte da dimostrare in concreto però. Invero, proprio l’acrobatico riconoscimento della natura di potere dello stato a favore del singolo parlamentare è così arzigogolato e pieno di caveat che la chiusa finale – per cui “in altre situazioni” (ma non in questa!) una compressione manifesta “della funzione costituzionale dei parlamentari potrebbe portare a esiti differenti” – appare una tipica rappresentazione da teatro dell’assurdo… (segue)
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