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NUMERO 4 - 20/02/2019

 La legge di bilancio tra Governo e Corte costituzionale: il Parlamento approva a scatola chiusa

L’ordinanza che qui si commenta risolve nel senso dell’inammissibilità il conflitto sollevato da 37 senatori del P.D., in proprio e come gruppo parlamentare, avverso l’approvazione, con modalità “semplificate” e con tempi estremamente contratti, alla legge di bilancio 2019. Essi, in particolare, facevano valere nei confronti del Senato (e del Governo) la lesione delle loro attribuzioni costituzionali, nascenti fondamentalmente dagli artt. 71 e 72 cost. relativi alla loro partecipazione al procedimento di approvazione delle leggi,  non essendo stato loro consentito né discutere né proporre emendamenti né tampoco conoscere, nel momento della sua approvazione, i contenuti stessi della legge di bilancio. Risulta, in particolare, dal ricorso (e tale ricostruzione in fatto non viene nemmeno messa in dubbio dall’ordinanza della Corte) che, anche a seguito di ripetuti contatti del Governo con la Commissione europea, sul testo del disegno  di legge di bilancio 2019, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, venivano presentati rilevanti emendamenti sostitutivi da parte del Governo (prima emendamento 1.7000 e poi emendamento 1.9000) sui quali esso preannunciava la proposizione della questione di fiducia, con il risultato che la competente V Commissione Bilancio impiegava poco più di 20 minuti per esprimere il proprio parere e che in poco più di 6 ore, l’Aula del Senato approvava l’intera legge (cioè l’emendamento 1.9000)… (segue)



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