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NUMERO 10 - 22/05/2019

 Elezioni europee 2019: Cipro, l'isola distante

Per comprendere il contesto politico-sociale cipriota e l’esito delle urne delle elezioni europee del 26 maggio, è opportuno effettuare una breve analisi del profilo storico e politico dell’isola. Da quarantacinque anni, infatti, Cipro vive una divisione politico-istituzionale, territoriale ed etnica tra le due comunità greco-cipriota e turco-cipriota, presentandosi come «anomalia del sistema europeo». Le origini della “questione” risalgono ai primi anni Cinquanta, quando entrambe le comunità di Cipro, allora colonia britannica, iniziarono a rivendicare, con sempre maggior insistenza, l’autodeterminazione e il diritto all’annessione, rispettivamente, con la Grecia (enōsis) e con la Turchia (taksim). L’insostenibilità delle proteste spinse il Regno Unito ad avviare una serie di negoziati con gli altri Paesi coinvolti – la Grecia e la Turchia - per definire un accordo di risoluzione. Constatata l’impossibilità di procedere con le annessioni, le tre potenze siglarono il Trattato di Zurigo (febbraio 1959), stabilendo i punti chiave per l’indipendenza cipriota, da garantire anche attraverso un coinvolgimento militare dei tre Stati, in caso di minaccia o violazione dell’integrità territoriale dell’isola. Il successivo Trattato di Londra (agosto 1960), confermò l’impostazione del precedente accordo e istituì ufficialmente la Repubblica di Cipro. Pochi mesi dopo, con l’approvazione della Carta costituzionale si riconobbe il duplice assetto dell’isola. Tuttavia, il sistema politico-istituzionale elaborato non riuscì a garantire l’auspicata collaborazione delle due comunità: l’intransigenza di entrambe le parti condusse ben presto ad uno stallo politico, all’inasprirsi delle violenze inter-comunitarie, e al primo intervento delle Nazioni Unite (UNPFICYP), con la creazione di una buffer-zone tra i territori delle due comunità (marzo 1964), divisi sulla carta da una linea verde. L’intensificarsi degli scontri e le ulteriori rivendicazioni a favore dell’enōsis e della taksim, si sommarono alla scelta del Presidente della Repubblica, l’arcivescovo Makàrios, di avvicinarsi al blocco sovietico, provocando violente reazioni della destra estremista greco-cipriota, culminate in un colpo di stato, appoggiato della dittatura greca dei colonnelli. L’immediata risposta turca, con l’occupazione militare della zona a nord dell’isola, segnò definitivamente la fine della parentesi (pseudo) unitaria. I rinnovati sforzi delle Nazioni Unite per condurre le parti ad un accordo, vennero – definitivamente – vanificati dalla proclamazione della Repubblica turca di Cipro Nord (KKTC), nel novembre 1983, da parte dell’amministrazione turco-cipriota. Le risoluzioni ONU del 1983 (541) e del 1984 (550) ne condannarono l’azione, disconoscendone la validità giuridica, e ribadendo la divisione dell’isola. Ancora oggi, la Repubblica turca di Cipro Nord è legalmente riconosciuta sola dalla Turchia, al contrario della Repubblica (greca) di Cipro, che gode del pieno riconoscimento internazionale. Da allora, le due comunità convivono pacificamente, nonostante la continua presenza di 40.000 soldati turchi nel territorio a nord della green-line. Le tensioni sono riconducibili soprattutto all’alveo politico, e all’incessante, ma (fino ad oggi) inconcludente processo di riunificazione delle due realtà. I principi di una democrazia parlamentare, enucleati in due Carte costituzionali, e un sistema di garanzia e tutela dei diritti consentono, paradossalmente, il perdurare di quello che è stato denominato «a comfortable conflct». Per quanto riguarda l’assetto politico e istituzionale delle due entità statali, la Repubblica (greca) di Cipro si avvale della Costituzione del 1960, che prevede un sistema presidenziale, con l’elezione a suffragio universale e a doppio turno del Capo dello Stato. Questi resta in carica per cinque anni, esercitando il potere esecutivo congiuntamente al Consiglio dei Ministri da lui nominato, e responsabile solo nei suoi confronti. Il Parlamento è monocamerale e composto da 59 membri: 56 rappresentati della comunità greco-cipriota e 3 esponenti della minoranza latina, armena e maronita; restano vacanti 24 seggi, in origine assegnati ai turco-ciprioti… (segue)



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