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NUMERO 10 - 22/05/2019

 Le elezioni per il Parlamento Europeo 2019 in Germania: Transizione, Crisi o Catarsi?

La Repubblica Federale Tedesca (RFT) è caratterizzata da una forma di governo descritta come “parlamentare razionalizzata”. La razionalizzazione del sistema mirava in primo luogo a rimediare alle disfunzioni registrate nell’analisi del primo ordinamento repubblicano della storia tedesca: la Costituzione di Weimar dell’11 agosto 1919. Il modello weimariano si era caratterizzato infatti per un rapporto di fiducia tra Governo e maggioranza parlamentare molto debole ed instabile, in quanto privo di vincoli che responsabilizzassero i partiti rappresentati al Reichstag. Di conseguenza, le forze politiche radicali (sia di destra e che di sinistra) ebbero gioco facile ad utilizzare metodicamente l’arma della sfiducia contro gli Esecutivi ed i Cancellieri in carica di volta in volta, senza dover affrontare le conseguenze istituzionali di una pratica tanto destabilizzante per gli equilibri sistemici della forma di governo. La nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich il 30 gennaio 1933 da parte del Presidente Paul von Hindenburg fu letta a posteriori da molti come la dimostrazione della debolezza intrinseca di un assetto parlamentare, quello della Repubblica di Weimar, incapace di resistere alle spinte destabilizzanti da parte di forze politiche radicali e antisistema ormai maggioritarie nel Parlamento di Berlino. Conseguentemente, quando nel 1949 si mise mano alla redazione della nuova Carta costituzionale del neonato Stato tedesco occidentale, si scelse una forma fermamente razionalizzata del rapporto di fiducia tra Esecutivo e Legislativo, incentrata sull’istituto della “sfiducia costruttiva”. In base all’art. 67 I LF, infatti, il Bundestag (la Camera che nel modello della RFT rappresenta la totalità del popolo) può esprimere la sfiducia contro il solo Cancelliere federale, e non più verso il Governo nel suo complesso, solamente se, a maggioranza dei suoi membri, insieme alla deliberazione che sancisce la revoca del Capo del Governo in carica venga eletto un suo successore, con l’obbligo di far intercorrere almeno 48 ore tra la presentazione della mozione di sfiducia e la sua votazione in aula. In questo modo, la posizione dell’Esecutivo, ed in particolare del Cancelliere Federale, ne esce fortemente rafforzata, in quanto l’eventuale mancato raggiungimento di una maggioranza di voti a favore di un candidato alternativo al Capo del Governo in odore di sfiducia può non solo determinare un indiretto rafforzamento di quest’ultimo, ma rischia anche di tradursi in uno scioglimento anticipato dello stesso Bundestag ad opera del Presidente Federale. Le forze politiche di turno sono chiamate dunque a considerare con estrema attenzione l’opportunità di utilizzare l’istituto della sfiducia costruttiva, e non è quindi un caso se dal 1949 al 2019 si sia fatto ricorso al Konstruktives Misstrauensvotum in sole due occasioni: una prima volta il 27 aprile 1972, quando la CDU/CSU tentò di sostituire il Cancelliere socialdemocratico Willy Brandt con il proprio candidato Rainer Barzel, il quale però si fermò a 247 voti rispetto ai 249 che gli avrebbero consentito di prendere il posto di Brandt al vertice dell’Esecutivo; una seconda, il I ottobre 1982, nella quale l’uscita del partito Liberale dalla coalizione con la SPD permise al candidato cristiano-democratico Helmut Kohl si avvicendarsi a Helmut Schmidt (SPD) a capo della Cancelleria della RFT, facendo registrare quello che in 70 anni di Bundesrepublik resta l’unico caso di utilizzo del voto di fiducia che abbia prodotto gli effetti previsti per detto istituto… (segue)



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