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NUMERO 10 - 22/05/2019

 La Repubblica ceca e le elezioni europee: dalla ricerca della stabilità alla prova del populismo

La Repubblica ceca (Ceska republika) è al centro di diverse tensioni politiche e spinte di riforma in vari contesti, tra cui molti settori dell’ordinamento. Il passato comunista e la necessità di recuperare la propria identità rappresentano per la Repubblica Ceca un fattore di potenziale sbilanciamento nell’affermazione del Paese nel contesto geopolitico contemporaneo. L’indipendenza dall’Urss con la conseguente divisione dalla Slovacchia (1993) e l’ingresso nell’Unione europea (2004) sono ormai tappe consolidate nel processo di evoluzione giuridica che l’ordinamento ceco attraversa nelle diverse branche. Particolarmente emblematica degli effetti delle tensioni politico-costituzionali sul piano del diritto comune è la faticosa adozione del codice civile del 2014: una vicenda che esprime con lucidità quali ricadute sul piano giuridico è possibile osservare in un contesto politico sempre in bilico tra spinte “euro centripete” e afflati nazionalistici. Fino al rinnovo della Commissione europea, il commissario nominato dalla Cechia è Vĕra Jourová, responsabile della Giustizia, dei consumatori e della parità di genere. Partecipa con nove rappresentanti al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato europeo delle regioni. Nel 2017 ha beneficiato di 1.167.399.125 €, di cui 259.494.646 € si stima possano essere destinati dai beneficiari ai centri di ricerca. È necessario osservare la struttura del sistema dei partiti e la natura dell’organizzazione costituzionale ed in particolare forma di governo, al fine di descrivere brevemente la dinamica attuale delle forze politiche e del sistema istituzionale stesso… (segue)



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