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La proclamazione nel 1992 della Repubblica slovacca (Slovenská republika), nota con il nome breve Slovacchia (Slovensko), che sancisce la definitiva secessione dalla Cecoslovacchia e contestuale divisione dalla Repubblica ceca, segna l’inizio di un percorso di incertezza politica, adombrato dal contrasto tra le spinte nazionaliste e quelle più europee, atlantiste e liberali. Nonostante i contrasti, la Slovacchia aderisce al Consiglio d’Europa (1993), alla NATO (1997) e all’Unione europea (2004), incrementando la propria partecipazione all’UE fino al punto di entrare nello spazio di Schengen (dal 21 dicembre 2007) e chiedere, a differenza degli altri membri del Gruppo di Visegrád, l’ingresso nel sistema unico monetario europeo: nel novembre 2005 entra nel Meccanismo europeo del tasso di cambio (European Exchange Rate Mechanism II) e diventa membro dell’Eurozona il primo gennaio 2009, non potendo tuttavia scongiurare l’apertura della proceduta per disavanzo eccessivo (EDP). Dal 1° luglio al 31 dicembre 2016 la Slovacchia, peraltro, ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Attualmente e fino alla definizione della nuova Commissione, il commissario nominato dalla Slovacchia è Maroš Šefčovič, vicepresidente responsabile dell’energia. Ha nove rappresentanti nel Comitato economico e sociale europeo e nel Comitato europeo delle regioni. Nel 2017 ha beneficiato di 868.096.185 euro di investimenti euro-unitari, di cui 176.051.492 euro si stima essere destinati dai soggetti beneficiari ai centri di ricerca. In particolare, i fondi dell’UE sono stati impiegati nel corso di un decennio per l’adeguamento delle infrastrutture, tra cui, segnatamente spicca il potenziamento della rete stradale (43.761 km nel 2008) e l’ammodernamento di quella ferroviaria; ampliamento e modernizzazione sono stati operati anche sui principali aeroporti… (segue)
The constitutional framework of Slovakia and the European elections
Paolo Bonini (05/06/2024)