Do qui per conosciuta la vicenda che prende avvio con l’obiter contenuto nella sentenza n. 269 del 2017, e che la nostra Corte costituzionale ha progressivamente arricchito con affinamenti giurisprudenziali successivi. E, per questo, rinuncio a prolissi intenti ricostruttivi. La sentenza n. 181 del 2024, che segue la ugualmente rilevante n. 15 del 2024, ci offre ora un capitolo nuovo sul quale riflettere pacatamente, senza diffidenze timorose di ritorni al passato pre-Granital, ma anche senza infingimenti rispetto ai (necessari) aggiornamenti che il contesto attuale impone. Partiamo, allora, sia pur in estrema sintesi, da alcuni evidenti dati di contesto. Come non ha mancato di ricordare in varie occasioni Augusto Barbera (il cui scritto La Carta dei diritti: per un dialogo tra la Corte italiana e la Corte di Giustizia, comparso nel 2017 sulla Rivista AIC... (segue)
Il trasferimento dei dati personali verso paesi gli USA costituisce uno dei temi di discussione più attuali dell’ultimo decennio, soprattutto in considerazione delle vicende giudiziarie che, su impulso dell’attivista austriaco Max Scherms, hanno portato per ben due volte... (segue)
Lo studio si propone di indagare il fondamento teorico-concettuale dei beni comuni, analizzando gli argomenti avanzati dalla dottrina per contrapporvisi, considerandola categoria superflua. Una essenziale ricognizione delle nozioni consolidate di riferimento, beni e proprietà pubblica in particolare, evidenzia i limiti della ricostruzione tradizionale nel soddisfare esigenze di effettività di tutela di particolari... (segue)