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NUMERO 12 - 11/06/2008

 Cards elettroniche tra Testo unico sulla documentazione amministrativa e Codice dell’amministrazione digitale: tecnologie e politiche a confronto

Scriveva John Galsworthy: «C’è una sola regola per gli uomini politici di tutto il mondo: quando sei al potere non dire le stesse cose che dici quando sei all’opposizione. Se ci provi, tutto quello che ci guadagni è di dover fare quello che gli altri hanno trovato impossibile». Non sappiamo fino a che punto tale suggerimento sia stato seguito nelle “politiche delle cards elettroniche” nel corso delle due passate legislature: quel che si può dire è che in questo più che in altri settori è avvertibile una certa “dissonanza” tra ciò che è stato “fatto” e ciò che, in alcuni casi, è stato “detto”.
Rispetto al “quanto fatto” si può appurare la diversità di contenuti delle due principali fonti di disciplina della materia elaborate nel corso dei due precedenti governi: il d.P.R. n. 445 del 2000 (Testo unico sulla documentazione amministrativa, nel prosieguo, “T.u.d.a.”) ed il d.lgs. n. 82 del 2005 (“Codice dell’amministrazione digitale”, nel prosieguo, “Codice”), come dimostra eloquentemente la predisposizione e la regolamentazione di due diversi “strumenti tecnologici” da parte dei due testi, vale a dire la carta d’identità elettronica (nel prosieguo, “c.i.e.”) e la carta nazionale dei servizi (nel prosieguo, “c.n.s.”)... (segue)



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