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FOCUS - Semplificazione e qualità della normazione

 Il ruolo del Governo nell’ambito delle politiche di semplificazione normativa

Già nella Presentazione alla Guida alla redazione dei testi normativi predisposta nel 2001 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri era ben evidenziato il fatto che “la norma giuridica non è neutra, ma anzi orienta la dislocazione di risorse materiali e umane. Essa è quindi parametro di efficienza o d’inefficienza del sistema economico e sociale. Le regole non sono di per sé troppe o poche in termini assoluti. Sono troppe le regole cattive, e sono tali quelle che costituiscono onere ingiustificato per cittadini e imprese. Come quei rimedi che, nell’intento di curare un male, ne provocano di nuovi e maggiori o comunque generano gravi effetti collaterali”.
Il perseguimento dell’obiettivo di un ordinamento giuridico fondato sull’efficienza dell’attività degli apparati della Pubblica Amministrazione e sull’essenzialità e sulla qualità dei processi normogenetici non è certamente scevro da difficoltà o privo di asperità nella sua realizzazione: al contrario, più ci si prova nel tentativo di semplificare, più – paradossalmente – la complessità della situazione emerge con tutta la sua forza, peraltro assumendo il rischio che l’operazione finisca non per produrre l’esito desiderato, bensì per aggiungere elementi di complicazione dell’esistente. Al fine di evitare il verificarsi di una simile eventualità, è parso allora necessario approcciarsi al problema in modo nuovo rispetto al recente passato, in cui si è intervenuti in maniera disorganica ed episodica sull’onda delle circostanze contingenti, senza adottare invece – come sarebbe stato opportuno – una strategia regolativa che si strutturasse in una vera e propria policy semplificatoria, dunque in una serie normativamente prevista di azioni volte a ridurre o snellire il già prodotto, nonché ad impedire il riproporsi delle medesime problematiche per l’avvenire.
Alla luce di tali riflessioni va dunque considerata la creazione del complesso delle strutture dell’esecutivo preposte al governo della materia suddetta, posto che si tratta di contenuti non nuovi alla disciplina regolatoria ma, ciononostante, anche mai risolti nelle loro più basilari implicazioni. Peraltro, va anche notato come le tematiche del miglioramento e dello snellimento della legislazione abbiano subito un’attrazione verso i più alti vertici di responsabilità politica, fino a costituire oggetto di apposite attribuzioni ministeriali con la previsione, avvenuta nella XVI Legislatura, di un ministro per la semplificazione normativa, ciò che sta a testimoniare l’importanza strategica assunta dal tema e la necessità che l’attività semplificatoria operata nelle varie sedi già attive su tale fronte risulti ben coordinata dal massimo livello politico, quello più efficacemente in grado di assicurare che essa dispieghi il massimo delle sue potenzialità e che non residuino disposizioni inattuate.

(segue)



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