
Il Patto della Salute 2010-2012, condiviso da Stato e Regioni il 3 dicembre scorso, recepito ed elevato al rango di legge ordinaria dello Stato dalla Finanziaria per il 2010 (approvata con la legge n. 191 del 23 dicembre 2009, art. 2, comma 89) aveva, di fatto, posto le basi concertative per sospendere le azioni esecutive ed espropriative dei creditori del servizio sanitario regionale delle Regioni sottoposte a piano di rientro per la durata di 12 mesi, ovverosia sino alla fine del corrente anno. Un modo - a detta del legislatore di fine 2009 - utile per dare una mano ad un sistema pubblico in asfissia finanziaria per un debito miliardario in arretrato. Un modo - a detta, invece, degli imprenditori lato sensu (quindi, accreditati/contrattualizzati e convenzionati compresi) bloccati nelle loro azioni giudiziarie - per mettere in crisi la continuità delle forniture e dei servizi da cui derivano funzionalmente le prestazioni sanitarie essenziali da rendere obbligatoriamente ai cittadini... (segue)
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