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NUMERO 25 - 28/12/2011

 L’ambiente e le sue componenti come beni comuni in proprietà collettiva della presente e delle future generazioni

Obiettivo della ricerca è quello di precisare, in riferimento ai beni ambientali e culturali, la disciplina della categoria dei “beni comuni”, individuata dalla Commissione Rodotà, tenendo presente l’attuale, gravissima crisi economica ed ambientale. L’autore sostiene, che, per quanto riguarda soprattutto l’ambiente, e cioè i beni ambientali, paesaggistici ed artistici e storici, occorre passare dal principio antropocentrico, il quale, nell’ambito della concezione individualistica e borghese, pone sopra ogni cosa il diritto di proprietà privata, a quello ecocentrico, che pone in evidenza, non il possesso ed il consumo dei beni, ma il considerare uomini e cose come parti di un tutto: l’uomo è parte della comunità umana, ma anche della comunità biotica. Ciò vuol dire che la natura (e lo stesso discorso vale per i beni culturali) appartiene all’uomo, come questi è parte della natura; c’è una naturale corrispondenza tra l’uno e l’altra, per cui, da una parte l’uomo deve tutelare la natura, e d’altra parte la natura deve essere posta in grado di offrire all’uomo i suoi benefici. Si tratta di ristabilire un equilibrio che è stato turbato. E tale ristabilimento passa attraverso un nuovo stile di vita che tenga conto, non solo della “sostenibilità ambientale”, ma anche e soprattutto dell’equo “bilanciamento” degli interessi, specie quelli costituzionalmente protetti, della presente e delle future generazioni.... (segue)



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