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di Sergio Foà
Il giudice amministrativo tra effettività della tutela e suggestioni della Corte di Giustizia: ipotesi di annullamento ex nunc del provvedimento illegittimo
Una recente giurisprudenza di primo gradoriprende e sviluppa argomentazioni prospettate dal Consiglio di Stato in punto modulazione degli effetti dell’annullamento giurisdizionale a garanzia del principio di effettività della tutela. Il T.A.R. Abruzzo ha esaminato una serie di ricorsi che censuravano l’omessa sottoposizione alle procedure di valutazione ambientale e strategica della variante alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale comunale. La carenza procedimentale produce effetti diretti nella sfera giuridica dei ricorrenti, in ragione della riduzione della possibilità edificatoria per effetto della nuova pianificazione: l’interesse ai ricorsi non ha assunto per l’effetto natura meramente strumentale, né difetta la legittimazione a ricorrere, coincidente con la titolarità della situazione giuridica sostanziale di cui si lamenta l’ingiusta lesione per effetto del provvedimento gravato. Le pronunce in esame riconoscono infatti in capo ai ricorrenti posizioni giuridiche qualificate, trattandosi di proprietari di terreni edificabili, interessati ad una più ampia possibilità edificatoria. A differenza della pronuncia del Consiglio di Stato, invocata dallo stesso giudice di primo grado, nel caso di specie le parti ricorrenti non erano portatrici di uno specifico interesse di tipo ambientale, ma la loro legittimazione risultava appunto dall’effetto della nuova previsione urbanistica sul territorio comunale. Il dispositivo è costruito modulando gli effetti della sentenza per rendere effettiva la tutela offerta ai ricorrenti. Sono annullate a far tempo dall’adozione le norme tecniche di attuazione, laddove imponevano lo strumento attuativo sulle aree di proprietà dei ricorrenti; le stesse norme tecniche di attuazione sono annullate in toto a decorrere dal momento in cui è mancata la sottoposizione alla valutazione ambientale strategica ed alla verifica di conformità alla pianificazione sovraordinata, adempimenti procedimentali obbligatori ed omessi nel caso di specie. Il differimento degli effetti dell’annullamento ad un momento successivo all’adozione delle norme tecniche ha permesso di mantenere la relativa efficacia in funzione di salvaguardia. Entro un tempo massimo di otto mesi dalla sentenza, il Comune è tenuto a sottoporre l’intera variante censurata, eccetto le parti annullate fin dall’adozione, alla valutazione ambientale e di conformità alla pianificazione superiore, potendola riesaminare nel merito, fermo restando che il decorso del termine comporta l’inefficacia della variante e la reviviscenza delle precedenti previsioni pianificatorie, con effetti conformativi per l’amministrazione comunale. La pronuncia assume contenuto composito, strumentale a rendere effettiva la tutela del ricorrente: alla sentenza di condanna dell’Amministrazione ad uno specifico facere entro un termine perentorio (adozione di altre misure pianificatorie), si accompagna la modulazione degli effetti dell’annullamento, valorizzando gli effetti costitutivi e conformativi della pronuncia, sulla scia dei precedenti del Consiglio di Stato espressamente richiamati... (segue)
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