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NUMERO 17 - 12/09/2012

 Trasparenza amministrativa e open data: un binomio in fase di rodaggio

La trasparenza, oltre ad essere un principio informatore dell’attività amministrativa, è una proprietà costituzionalmente necessaria della pubblica amministrazione alla cui realizzazione e al cui mantenimento hanno finora contribuito (con variabili livelli d’intensità ed esiti diversi) i tradizionali istituti dell’accessoe della pubblicità. Vi è, però, un altro fenomeno che sta assumendo connotati giuridici sempre più definiti anche nel nostro ordinamento e che pare in grado di proiettare la trasparenza amministrativa verso un nuovo stadio evolutivo: l’open data. Il concetto di open data fa riferimento alle politiche e alle pratiche di apertura dei dati pubblici e costituisce uno dei cardini della dottrina open government. Essa individua nella trasparenza dei governi e delle pubbliche amministrazioni il presupposto per l’affermazione di un modello di amministrazione aperta alla collaborazione coi cittadini, che oggi può avvalersi delle infrastrutture tecnologiche del cd. Web 2.0. I capisaldi della dottrina open government (trasparenza, partecipazione e collaborazione) si sono di recente imposti sulla scena internazionale grazie ai provvedimenti adottati dall’amministrazione Obama, a partire dal Memorandum for the heads of executive departments and agencies, dell’8 dicembre 2009. La ragione principale che ha portato alla ribalta comunitaria il tema della “liberazione” dei dati pubblici è stata la prospettiva di una loro riutilizzabilità a scopi commerciali. Immensi giacimenti di dati resi disponibili via web in formato aperto, capaci di costituire «un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali», da cui la preoccupazione del legislatore comunitario di creare un «regime inteso a garantire l’assenza di distorsioni della concorrenza sul mercato interno»... (segue)



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