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NUMERO 5 - 06/03/2013

 L'amara incompiutezza del centrosinistra

“Non abbiamo vinto le elezioni, anche se siamo arrivati primi”. Così Pier Luigi Bersani ha riassunto l’esito della tornata elettorale del 24 e 25 febbraio: con una frase contraddittoria, forse un po’ ambigua, ma dal contenuto che presenta molti aspetti di verità. Valutare il risultato della coalizione di centrosinistra, e in particolare del suo partito principale – il PD – non è cosa facile nel quadro di uno degli esiti elettorali più incerti della storia repubblicana. In questo quadro, infatti, il Pd è stato tutto: vincitore e vinto, conferma e delusione, forza e debolezza. Vincitore, perché la coalizione di centrosinistra, sebbene con meno dello 0,5% di scarto, è riuscita ad ottenere il premio di maggioranza alla Camera, aggiudicandosi così i 340 seggi in palio; ma anche vinto, da una parte perché la maggioranza al Senato è solo relativa (e anche in questo caso al fotofinish), dall’altra perché il dato elettorale è palesemente molto al di sotto delle attese. E proprio in questa distanza tra le attese e il risultato sta la delusione: un vantaggio incredibile, che fino a qualche mese fa sembrava incolmabile, è stato sperperato quasi del tutto dal Pd, e in questo sta anche la sua debolezza. La debolezza con cui ha condotto la campagna elettorale, la debolezza con cui ha dato risposte alle istanze dei cittadini che non avevano ben chiara quale fosse la proposta politica del centrosinistra. La coalizione di centrosinistra offre anche una conferma: quella del declino dei partiti di sinistra... (segue)



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