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NUMERO 1 - 08/01/2014

 Osservazioni sulle città metropolitane nell’attuale prospettiva di riforma

L’assetto normativo del mosaico territoriale italiano continua ad attraversare – anche de jure condendo – una fase davvero confusa e piena di turbolenze. È difficile persino tentare l’approccio di sistema senza seguire – almeno per grandi linee – il dipanarsi convulso e disordinato degli avvenimenti sul piano delle esperienze di normazione, compiute o iniziate che siano. L’osservatore ha visto di recente due «movimenti» istituzionali degni di un qualche rilievo. Da una parte, l’iniziativa di riforma della Costituzione perseguita attraverso la – contestatissima – previa modifica dell’art. 138 (d.d.l. cost. AS n. 813 e AC n. 1359): versando in grave difficoltà questa (soprattutto in conseguenza delle note vicende politiche connesse alle sorti della maggioranza parlamentare che sosteneva il «governo di larghe intese»), ne sta risentendo quella. Dall’altra parte, c’è l’intervento di (ritenuta) semplificazione del sistema delle autonomie territoriali, a sua volta suddiviso in due rami, fra loro complementari. Il primo, la presentazione il 20 agosto 2013 dell’ormai notissimo d.d.l. governativo AC n. 1542 (approvato dalla Camera il 21 dicembre successivo e trasmesso al Senato: ora AS n. 1212), dichiaratamente funzionale a tre finalità: a) regolare e dare effettività alle Città metropolitane; b) disciplinare le unioni di Comuni; c) «svuotare» le funzioni delle Province nelle more della loro definitiva espunzione dalla Carta... (segue)



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