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FOCUS - Fonti del diritto N. 1 - 26/01/2015

 Unità della Repubblica ed unità del diritto oggettivo

E’ noto che alle Costituzioni si chiede, da molti punti di vista, una prestazione di unità. Ciò discende, a mio avviso, al di là di tutto, dal singolare convergere e congiuntamente ritrovarsi in esse delle qualità della unicità, apicalità e della fondamentalità/costitutività rispetto all’ordinamento giuridico di riferimento. Ovviamente, in questa sede, io mi limiterò a fare qualche notazione su se, ed in qual misura, la Costituzione possa rispondere alla domanda di unità riguardo al fenomeno della produzione normativa. Punto di partenza (e di costante riferimento, si vedrà) di queste riflessioni introduttive non può che essere il principio di unità ed indivisibilità solennemente sancito nell'incipit dell’art. 5 della nostra Costituzione, ove si legge che: «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali». Vero è che, quantomeno in prima battuta, a venir lì in considerazione è il profilo  subiettivo ed istituzionale riguardante gli assetti di potere nella tensione dialettica fra esigenze autonomistiche e istanze unitarie. Ed è pure vero che dietro quel principio vi sia innanzitutto il presidio del dato storico dell'unità politica del Paese, esito di un periglioso itinerario dipanatosi – per usare le parole di Esposito – nel corso di un «secolo di vita fortunosa», il quale una volta raggiunto va preservato dalle spinte disgregative di un pluralismo degenerato in separatismo e contrapposizione politica estrema. Insomma, unità ed indivisibilità della Repubblica operano nel senso di garantire che – per continuare con le parole dello stesso Autore – «nella ripartizione politica dei poteri tra centro e periferia (…) non deve andare perduta l’unità politica dell’Italia». Tuttavia, non è men vero che ugualmente collocata sotto la chioma di quel medesimo principio v'è anche l'esigenza di salvaguardia dell'unità giuridica della Repubblica. Unità ordinamentale, la cui soddisfazione, piuttosto che un'azione protettiva, richiede la messa in moto di  un processo in cui l'intero sistema giuridico è diuturnamente impegnato e che l’art. 5 delinea come effetto di un tragitto che si manifesta come sintesi progressiva della pluralità, lungo il crinale della composizione delle pretese della unità con quelle della autonomia verso la continua individuazione di un “unità molteplice”... (segue) 



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