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NUMERO 6 - 25/03/2015

 Prime considerazioni intorno ad una legge di disciplina dei partiti politici

La regolamentazione giuridica del partito politico nell’ordinamento italiano costituisce un topos del dibattito politico (e della letteratura scientifica), come noto, già dai lavori della stessa Assemblea costituente; al punto tale che la mancata attuazione legislativa dell’art. 49 della Costituzione, si può dire che costituisca per certi aspetti, ormai, un tema a se stante in dottrina. Ciò avviene, d’altronde, perché il ruolo fondamentale che la Costituzione affida ai partiti politici nell’assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita politica è rimasto del tutto inalterato nei sessantasette anni di vita repubblicana, sebbene siano mutate tanto, uti singuli, le forme e i modi di essere partito, quanto, in modo collettivo, le forme e i modi di articolazione degli stessi come sistema. Pertanto, sia la natura, le forme e i limiti da imporre alla forma dell’associarsi espressa in partito politico, sia l’assetto organizzativo (e il suo sviluppo) che l’istituzionalizzazione di un sistema partitico ha in un ordinamento, rimangono, del tutto correttamente, temi e questioni che meritano ancora di essere affrontati e studiati in modo approfondito. Il tema assume un rilievo più consistente, a maggior ragione, in considerazione di tre ulteriori elementi, che nel tempo sono emersi, e da i quali appare difficile, ormai, discostarsi... (segue)



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