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NUMERO 8 - 22/04/2015

 Partiti politici e gruppi parlamentari ai tempi delle riforme

L’immagine dell’Italia Paese “in transizione” è ormai talmente usata da sembrare quasi abusata; e tuttavia mai come oggi alcuni dati indicano in modo inequivoco che la attuale fase storica è chiaramente connotata nel senso della trasformazione e dei mutamenti istituzionali e costituzionali, non fosse altro perché l’agenda politica vede contemporaneamente la discussione della riforma della Carta del ‘48, della legge elettorale e (sebbene con un ritorno mediatico assolutamente inferiore se non inesistente) dei Regolamenti parlamentari. In un quadro così complesso e composito, il ruolo dei partiti politici, le dinamiche che hanno visto l’entrata in crisi delle forme tradizionali di aggregazione partitica, l’affermarsi di nuovi soggetti politici, la sostanziale crisi del bipolarismo, le modalità di affermazione della leadership all’interno dei partiti, sono giustamente indagati come, al contempo, sintomo e causa di una democrazia in mutamento. Ma al pari – se non addirittura in misura maggiore – dello studio e dell’analisi delle dinamiche che interessano i partiti politici, l’approfondimento dell’andamento della vita istituzionale dei gruppi parlamentari assume per gli studiosi di diritto pubblico una rilevanza del tutto peculiare, soprattutto se si considerano le tesi sulla dissoluzione dei partiti e sulla loro trasformazione in meri comitati elettorali. Poiché, infatti, la configurazione ed il ruolo dei gruppi parlamentari rappresentano «il punto cruciale su cui si misura il grado di intersecazione tra Governo e Parlamento, da un lato, tra coalizione e partiti, dall’altro», il loro studio offre un punto di vista assai qualificato per completare il quadro delle trasformazioni in atto... (segue)



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