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NUMERO 9 - 06/05/2015

 Prospettive per un inquadramento giuridico dell’interesse al contenimento del consumo di suolo

Fino alla primavera 2014 sembrava vi fosse la volontà politica dei governi succedutisi -Monti e Letta- di dare all’Italia una legge finalizzata al contenimento del consumo di suolo secondo le indicazioni giunte già qualche anno fa da Bruxelles. Il merito d’aver posto la questione nell’agenda di governo va all’allora ministro dell’agricoltura del Governo Monti, Catania. La questione venne ripresa, nella successiva legislatura, con un nuovo d.d.l. promosso dall’allora ministro dell’agricoltura De Girolamo e, dopo le sue dimissioni, dal ministro Martina. Nello stesso periodo, alla proposta governativa si sono aggiunte numerose proposte di legge provenienti sia dalle forze politiche di sinistra che da quelle di destra, sintomo d’un dibattito politico vivo su una tematica ambientale gravida di ricadute sul piano del governo del territorio e dell’agricoltura. Sebbene alcune voci della pubblicistica che si è occupata del tema dubitino che la suddetta linea governativa sussista ancora, deve essere rilevato che sono attualmente all’esame della Commissione ambiente della Camera due testi unificati, che corrispondono a due diverse, ma non inconciliabili, impostazioni ideologiche. Da una parte vi sono i progetti di legge presentati da alcune forze parlamentari. Questi progetti guardano al suolo anche come ad un bene ambientale, attuano la sua tutela attraverso strumenti normativi propri del governo del territorio e della disciplina paesaggistica e propongono norme a favore di un’edilizia di recupero e riassetto dei centri già urbanizzati. Dall’altra parte vi è un secondo testo unificato, elaborato sull’ossatura fondamentale del disegno di legge presentato dal ministero dell’agricoltura durante il Governo Letta che funzionalizza la tutela del bene ambientale suolo ad un rilancio dell’agricoltura... (segue)



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