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NUMERO 11 - 03/06/2015

 Le elezioni regionali del 2015 nelle Marche

Il 31 maggio i cittadini marchigiani sono stati chiamati all’elezione del Presidente della Regione e al rinnovo del Consiglio regionale. Contestualmente sono stati rinnovati anche 16 Consigli comunali, tra cui quelli di Macerata e Fermo. Le Marche sono tradizionalmente una “regione rossa”, una roccaforte del centrosinistra, e le precedenti tornate elettorali avevano confermato questo dato sancendo la vittoria delle coalizioni di centrosinistra candidate che, sia nel 2005 che nel 2010, hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, superando in entrambi i casi il 50% delle preferenze. Dalla riforma del sistema elettorale regionale del 1995 le elezioni marchigiane sono sempre state caratterizzate da una logica bipolare e hanno sempre visto la vittoria del centrosinistra, dando vita ad una continuità politica che ha dato luogo ai 10 anni di Presidenza della Regione di Vito D’Ambrosio, tra il 1995 ed il 2005, e i 10 anni di Presidenza di Gian Mario Spacca, tra il 2005 ed il 2015. Il Consiglio Regionale uscente era composto da 42 membri. Per effetto delle elezioni del 2010, 25 seggi erano occupati da rappresentanti del centrosinistra (15 del Partito Democratico, 4 Italia dei Valori, 3 Unione di Centro, uno ciascuno per Alleanza Riformista, Alleanza per l’Italia e Verdi più quello del Presidente), 15 dal centrodestra (il candidato sconfitto Marinelli più 12 dell’ex Popolo della Libertà e 2 della Lega Nord) e uno ciascuno per Federazione della Sinistra e Sel. Il nuovo Consiglio è invece costituito solamente da 31 seggi, compreso quello occupato dal Presidente della Giunta. Anche queste elezioni erano destinate ad un esito scontato: non ci sono mai stati infatti dubbi sulla vittoria del candidato del PD Luca Ceriscioli e della coalizione da lui guidata. Le previsioni circa la vittoria del candidato democratico si sposavano inoltre con quella che è la tendenza nazionale che vedeva il Partito Democratico come possibile mattatore anche nella maggior parte delle altre Regioni in cui si vota il 31 maggio. Diversi sono comunque i motivi di interesse relativi alla tornata di quest’anno. Innanzitutto c’era molta attesa per il risultato del Movimento 5 Stelle, che si è presentato alle regionali per la prima volta ma che in occasione delle Politiche del 2013 era stato il partito più votato alla Camera nella regione, superando il PD di più di 3 punti percentuali. La presenza del Movimento 5 Stelle, insieme alla spaccatura della coalizione di centrodestra, avrebbe potuto determinare una probabile inversione rispetto a quella logica bipolare cui si è fatto riferimento e che regola l’andamento delle elezioni regionali marchigiane dal 1995, e così è stato. Altro aspetto di sicuro interesse è la ricandidatura alla Presidenza della Regione di Gian Mario Spacca, la cui vicenda è meritevole di attenzione sotto un doppio profilo: dal punto di vista politico si tratta del Presidente uscente di centrosinistra che si è candidato nuovamente, ma stavolta a capo di una coalizione di centrodestra; dal punto di vista giuridico si tratta di un soggetto che ha già ricoperto due mandati e si è candidando a ricoprire il terzo, nonostante una legge regionale approvata nell’ultima consiliatura avesse introdotto il limite di non più di due mandati presidenziali consecutivi. Il terzo aspetto da tenere in considerazione è la presenza nelle liste elettorali di circa il 10% di indagati per peculato. Ventiquattro dei 275 candidati sono infatti accusati dalla Procura di Ancona di aver utilizzato i rimborsi ai gruppi consiliari per presunte spese personali ingiustificate. Questa vicenda potrebbe avere un impatto significativo soprattutto sul dato dell’affluenza alle urne... (segue) 



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