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Nella conferenza stampa finale tenuta prima del voto, il Premier irlandese Enda Kenny aveva confermato la posizione del Governo sull‘estensione del diritto di sposarsi alla coppie gay ricordando ai suoi connazionali che l’elettorato non avesse “nulla da temere nel votare Si per l’amore e l’eguaglianza”. Sin dalle prime ore di apertura dello spoglio delle schede elettorali, sabato 23 maggio il Governo anticipava la notizia che l’avanzata del Si era già dai primi dati schiacciante; il consistente margine di vantaggio, già emerso nei sondaggi, veniva riconfermato a pieno dall’esito finale del referendum che con un considerevole scarto di voti introduceva all’interno della Costituzione irlandese il matrimonio same-sex . Con il 62,1% dei Si pari a 1.201.607 voti espressi e i No, fermi al 37,9%, pari a 734.300 voti, venerdì 22 maggio gli irlandesi hanno votato per poter celebrare le nozze tra persone dello stesso sesso e il Ministro della Salute Leo Varadkar ha parlato di “giornata storica” affermando che questo risultato farà dell’Irlanda «a beacon of equality and liberty to the rest of the world». L’affluenza alle urne è stata altissima, pari al 60,52%; tanti gli elettori tornati appositamente in Patria realizzando un vero controesodo di massa per votare e decidere se introdurre le nozze tra persone dello stesso sesso nella Repubblica. Si è votato in 43 circoscrizioni e la scelta a favore della revisione della Costituzione è stata molto sentita; a colpire soprattutto sono stati i voti favorevoli espressi nelle zone rurali, tipicamente conservatrici, e sorprendentemente pressoché compatte per il Si. Roscommon - South Leitrim è stato l’unico collegio a respingere il matrimonio omosessuale con una percentuale dei No pari al 51, 42 e i Si al 48,58%. Donegal South West, al di là di ogni aspettativa iniziale ha approvato il referendum, sebbene con un margine di soli 33 voti in positivo ed una percentuale di Si del 50, 05, contro il 49,95 dei No. L’affluenza più’ elevata è stata registrata a Dublino, segno con molta probabilità che la parte dell’elettorato più aperta al cambiamento non ha voluto mancare l’occasione di pronunciarsi. Yes Vote ha registrato il 70,9% nella circoscrizione di Dublin Midwest, il 71,3% in quella di Dublin South West, il 71,6% in quella di Dun Laoghaire, il 70,6% in quella di Dublin Nord West, il 72,3% in quella di Dublin South Central, il tutto in linea con il 70% dei voti positivi che erano stati previsti nella capitale. Il 22 maggio u.s. 3, 2 milioni di irlandesi sono quindi stati chiamati alle urne per votare un emendamento all’art. 41 della Costituzione, intitolato «La Famiglia» che, presentato dal Governo in una formula piuttosto elementare aveva lo scopo, non tanto di modificare quanto già prescritto dalla Costituzione in materia di matrimonio, quanto piuttosto di introdurre al quarto comma una nuova formula che costituisce un importante passo avanti in tema di riconoscimento dei diritti civili e cioè che “il matrimonio può essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso”. La volontà degli irlandesi di modificare l’articolo 41 della Costituzione è stata fortemente voluta se si considera che contestualmente gli elettori sono stati chiamati ad esprimersi in merito ad un progetto di riforma sull’abbassamento dell’età minima del Presidente della Repubblica da 35 a 21 anni; e per la particolarità del quesito e per il risalto del tema sul matrimonio, il referendum in oggetto ha avuto esito negativo con il 73% dei voti contrari... (segue)
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