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FOCUS - Numero speciale 26/2016

 La declinazione francese del principio dell'equilibrio di bilancio

La crisi in Europa può e deve essere letta non solo come una crisi dei mercati finanziari e più in generale dell’economia ma anche, e soprattutto, come un momento di profondo e visibile mutamento dell’assetto dei pubblici poteri. In Francia, in particolare, gli anni della crisi economica mondiale sono anche gli anni dell’attuazione di importanti riforme, prima tra tutte la riforma delle istituzioni repubblicane, che vedeva la luce con la revisione costituzionale del 2008, volta proprio a rafforzare e modernizzare il sistema istituzionale francese. Gli interventi recenti, però, non involgono solo misure di tipo strutturale ma anche la realizzazione di piani strategici, elaborati al fine di contenere la spesa pubblica e permettere un progressivo risanamento dei conti pubblici. Provvedimenti di questo tipo si inseriscono nel più ampio contesto del riordino degli equilibri costituzionali che si riverbera, inevitabilmente, anche sulle procedure di bilancio e più in generale sui meccanismi di finanza pubblica. Questi ultimi, del resto, offrono uno spaccato emblematicamente pregnante dei rapporti tra i poteri – esecutivo e legislativo – ovvero dei principali assetti che legano Governo e Parlamento. Tra i principi tradizionalmente caratterizzanti il bilancio pubblico, uno in particolare, ossia il principio di equilibrio, sembra segnare, con crescente vigore, lo sviluppo della dialettica politico-istituzionale, nell’attuale contesto storico. Nel presente contributo, si propone, pertanto, un’analisi dell’evoluzione diacronica del concetto di equilibrio dei conti pubblici nell’ordinamento francese, alla luce delle trasformazioni multilivello della dimensione giuridica, tra ridefinizione delle dinamiche istituzionali interne e rapporti con il diritto dell’Unione europea... (segue) 



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