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NUMERO 2 - 25/01/2017

 Le disavventure dell'Italicum e la Corte costituzionale

Venuto alla luce dopo un parto molto travagliato - una questione di fiducia considerata liberticida dalle opposizioni - l'Italicum appare destinato a morire nella culla, ad essere, cioè, entrato in vigore, ma mai applicato. Le ragioni di questa quasi sicura triste sorte sono due: da un lato, è politicamente ed istituzionalmente superato, dall'altro, pende su di esso il giudizio della Corte costituzionale che si pronuncerà il 24 gennaio. L’Italicum è un sistema proporzionale con premio majority assuring, assicura cioè che una singola lista possa in ogni caso avere alla Camera una maggioranza di almeno 340 seggi (24 in più rispetto alla maggioranza assoluta). Il premio è attribuito alla lista che al primo turno ottiene il 40% dei voti validi. Se nessuna lista raggiunge tale percentuale, si procede ad un secondo turno di ballottaggio tra le due liste più votate (per un'analisi più dettagliata della legge n.52 del 2015 e delle critiche ad essa mosse, sia consentito rinviare a V. Lippolis, I sistemi elettorali, in La riforma della Costituzione, Instant book Corriere della sera, 2016, p. 149 ss.). Sotto il profilo politico, esso nasceva dal Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Era un accordo tra i due soggetti politici che al momento si ritenevano i più competitivi e aveva tre obiettivi: 1) sterilizzare il M5s che non appariva in grado di poter conquistare il premio di maggioranza; 2) rendere la vita impossibile ai partiti minori (in particolare, Ncd) con la previsione di soglie di accesso molto elevate; 3) mantenere il controllo dei rispettivi partiti con la previsione di liste bloccate. Nel corso dell'esame parlamentare le soglie sono state abbassate e sono state inserite le preferenze salvo che per i capilista. Il premio è stato previsto per una singola lista e non per le coalizioni. Ma, a parte questi aspetti, col tempo è venuto meno l'obiettivo primario perché il M5s ha mostrato una capacità di crescita non prevista e oggi avrebbe molte possibilità di aggiudicarsi il premio nell'eventuale ballottaggio. L'Italicum è divenuto quindi politicamente inservibile per coloro che lo avevano ideato. Con l'esito negativo del referendum del 4 dicembre 2006 sulla riforma costituzionale, esso è divenuto anche istituzionalmente inutilizzabile. Il ballottaggio di lista per funzionare correttamente impone il superamento del bicameralismo paritario e la titolarità del rapporto fiduciario in capo ad una sola camera. Con il rigetto della riforma, il Senato ha mantenuto i suoi poteri quanto alla fiducia e la sua legge elettorale è il sistema proporzionale risultante dalla sentenza n.1/2014 della Corte costituzionale (il c. d. Consultellum). La verità è che approvare l’Italicum prima della riforma costituzionale che affidava alla sola Camera la titolarità del rapporto fiduciario è stato un azzardo: visto l’esito del referendum, si è posto l’ordinamento costituzionale in una situazione di emergenza. E’ evidente che l’applicazione contemporanea di queste due leggi elettorali aumenterebbe le difficoltà di costituire una maggioranza e, di conseguenza, i rischi di ingovernabilità. Si potrebbe addirittura creare una situazione di impossibilità di formare un nuovo Governo... (segue) 



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