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Nel mondo attuale, permeato dalla globalizzazione, si assiste alla centralità della tecnica e della scienza che rivestono un ruolo centrale e fondamentale e, per questa ragione, le strutture del diritto e la cultura giuridica sono oggetto di un riesame profondo, teso a rinnovare il modello di riferimento nel cui ambito si muovono, per rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze che, senza soluzione di continuità, si manifestano a causa del progredire della società. La realtà economico-sociale, infatti, evolvendosi dinamicamente, determina spesso l’obsolescenza e/o l’insufficienza della regolamentazione giuridica. A ben vedere, si può parlare, in generale, di “diritto di transizione”. Il panorama giuridico, restringendo l’angolo visuale al diritto amministrativo e, in particolare, al diritto a tutela della concorrenza, deve entrare in relazione con vari «settori di sapere non giuridico» ed è caratterizzato essenzialmente da tre fattori: la crisi del principio di legalità, che coinvolge il diritto in toto, la sempre maggiore importanza del diritto sovranazionale (in particolare il diritto UE e CEDU), l’utilizzo dei concetti giuridici indeterminati e il conseguente rilievo che assume la discrezionalità tecnica, che riguarda «quegli aspetti dell’azione amministrativa non regolati (o non compiutamente regolati) dalla legge, e, quindi, in quanto tali, involgenti un apprezzamento soggettivo dell’autorità applicante». La sinergia maggiore tra diritto e tecnica si vede proprio a proposito dei concetti giuridici indeterminati, dal momento che la discrezionalità tecnica è la chiave di volta per affrontare i rapporti tra diritto e mercato, in quanto, da una parte, si ha l’esigenza di salvaguardare le regole relative alla libertà del mercato e, dall’altra, l’esigenza di eliminare le distorsioni dello stesso. Nel quadro generale dell’integrazione e della realizzazione del mercato unico, l’ordinamento europeo, che riveste un ruolo da protagonista nelle dinamiche degli Stati appartenenti all’UE, cerca di salvaguardare la libertà di iniziativa economica privata in un regime di libera concorrenza. In quest’ottica, negli ultimi decenni, si sono registrate, fondamentalmente, due tendenze: la tendenza alla liberalizzazione degli scambi e alla deregolamentazione dell’economia e la tendenza a stabilire, attraverso regole di natura legislativa e/o regolamentare e l’azione delle Autorità amministrative indipendenti, i limiti entro cui le imprese possono operare nel mercato. Entrambe le tendenze hanno l’obiettivo di attuare un corretto equilibrio tra liberismo economico e disciplina giuridica del mercato. In questo contesto il giudice amministrativo gode di una rinnovata importanza, in quanto ha la funzione di coordinare diritto e tecnica, tramite il sindacato di ragionevolezza e l’utilizzo dei principi generali, e di bilanciare interessi diversi: da una parte le esigenze derivanti dall’evoluzione tecnologica, dall’altra i diritti fondamentali degli individui... (segue)
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