Nel nostro Paese il binomio beni culturali e turismo rappresenta un elemento di rilevante centralità. Un territorio come quello italiano caratterizzato dalla presenza di siti archeologici, architettonici, artistici e culturali richiede una progettazione adeguata per l’offerta dei servizi culturali che renda facilmente fruibili i beni. Ciò significa, in primo luogo, rendere accessibili musei, aree archeologiche, biblioteche e qualificare nello stesso tempo la rete di servizi che ne possano favorire la fruizione, l’informazione, la comunicazione e la ricettività turistica. Occorre, cioè, incrementare gli strumenti che possano garantire lo sviluppo del turismo ed in particolare di quello culturale, che rappresenta nel nostro Paese una quota rilevante dell’industria turistica nazionale. Salta facilmente agli occhi che in passato nel nostro ordinamento sono mancate politiche riguardanti il turismo culturale e in generale riguardanti la fruizione dei beni culturali, «al punto che può affermarsi che i dati che confermano il forte interesse turistico per il patrimonio storico artistico italiano rappresentano più il frutto di una naturale capacità attrattiva del diversificato patrimonio storico-artistico che non il risultato di una attività di programmazione e promozione di questo segmento del settore turistico». La minima rilevanza del turismo culturale negli anni passati è stata la conseguenza di numerosi fattori, primo fra tutti, la legislazione in materia di beni culturali che era rivolta a favorire la conservazione piuttosto che la valorizzazione del patrimonio culturale. Ed invero, molti beni culturali non venivano resi accessibili al pubblico per paura che potessero deteriorarsi e tale convinzione faceva accrescere la consapevolezza che il patrimonio culturale potesse essere conosciuto soltanto da pochi “eletti”, da coloro, cioè che fossero in grado di apprezzare la bellezza e il valore culturale di un’opera. Ciò ha causato ritardi nell’introdurre meccanismi di incentivazione della frequentazione dei musei e dei beni culturali in generale. Ritardi legati anche al riparto di competenze legislative che non hanno di certo agevolato lo sviluppo del turismo culturale. In tale quadro si inserisce il rilancio del turismo culturale, con grande attenzione a creare le condizioni per lo sviluppo del nostro Paese in una logica territoriale omogenea, «creando occupazione» e facendo «del turismo il più importante settore industriale su cui l’Italia possa contare per la crescita». Cultura e turismo quindi possono diventare realmente un binomio vincente, per un verso, per far uscire l’Italia dalla crisi economica e, per altro verso, per realizzare nel nostro ordinamento un percorso di crescita sostenibile… (segue)
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