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Tra i principi fondamentali della Costituzione, cui Carocci, in occasione del settantesimo anniversario, ha meritoriamente dedicato la collana in cui si colloca il testo di Sandro Staiano, l’art. 5 rappresenta, come si sa, uno dei più salienti. Norma fondamentalissima quindi, ma anche caratterizzata per essere una delle disposizioni costituzionali rispetto alle quali è più alto il divario tra le potenzialità insite nei principi dettati dai costituenti (potenzialità di trasformazione e sviluppo dell’ordinamento sotto diversi punti di vista, come si accennerà tra breve) e le vicende attuative ed applicative poi effettivamente dispiegate nella storia repubblicana. L’art. 5, come spesso la dottrina costituzionalistica ha segnalato, tratteggia innanzitutto, con il principio di unità e indivisibilità, il nucleo indefettibile della forma di stato, ma ad un tempo, riconoscendo le autonomie, detta una disposizione che avrebbe dovuto e potuto orientare l’assetto complessivo dei pubblici poteri e la funzione legislativa. Di più si può aggiungere, ricordando una delle più note ed autorevoli letture date all’art. 5, quella originale e suggestiva di Giorgio Berti che intravedeva nella disposizione una “carica davvero rivoluzionaria”, recante con sé la potenzialità di condurre ad un ribaltamento nel rapporto tra individuo e potere pubblico. Per Berti, l’aspetto meno significativo dell’art. 5, insomma, avrebbe dovuto essere quello di rappresentare la “norma di testa di una esperienza autonomistica in senso tradizionale”, mentre da esso si sarebbero potute svolgere e dipanare una serie di conseguenze nei rapporti tra autorità e diritti dei cittadini, tra cui, in particolare, la riforma della giustizia amministrativa e, più in generale, l’ampliamento della sfera di libertà dei singoli. L’idea che le autonomie avrebbero potuto costituire uno strumento di realizzazione e rafforzamento del principio democratico e di garanzia ulteriore dei diritti fondamentali dei singoli da allora fatica ad affermarsi, riuscendo ad emergere a fasi alterne rispetto alla tendenza a far prevalere il principio di unità, in una continua altalena tra i due poli… (segue)
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