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NUMERO 13 - 20/06/2018

 Gli statuti dei gruppi parlamentari alla prova dell’art. 67 della Costituzione

I contributi ospitati da questo numero di Federalismi riprendono e sviluppano la discussione che si è tenuta il 16 maggio scorso in occasione della tavola rotonda da me promossa alla Camera dei Deputati dal titolo “Gli Statuti dei gruppi parlamentari alla prova dell'articolo 67 della Costituzione”.  L’iniziativa nasce dalla lettera che ho mandato al Presidente della Camera (cui hanno aderito anche i deputati Ascani, Borghi, Ceccanti, Gribaudo, Pini, Tabacci e Zardini) perché si esprimesse sulla previsione dello statuto del gruppo Movimento 5 stelle della Camera (analoga a quella del Senato), che sanziona con una penale di 100 mila euro quei parlamentari che abbandonino il gruppo parlamentare a causa di espulsione ovvero abbandono volontario. Tale previsione, che vincola ogni singolo deputato aderente al gruppo, è a mio avviso chiaramente contrastante con l’articolo 67 della Costituzione, e nella lettera ho tentato di elencare alcune ragioni che dovrebbero spingere il Presidente motu proprio ad intervenire, nel momento in cui l'istituzione parlamentare, presso cui è depositato il regolamento del gruppo, è formalmente a conoscenza della suddetta norma. Simile iniziativa, anche su altre questioni problematiche che lo Statuto pone, è stata intrapresa dall’on. Stefano Ceccanti. Nella sua risposta il Presidente Fico si è trincerato dietro il difetto di uno specifico potere di controllo sugli statuti dei gruppi, evitando di entrare nel merito dei punti sollevati. Poiché tale questione, ad avviso mio e del collega Ceccanti, ben rientrerebbe nella competenza del Presidente, con una successiva lettera l’abbiamo invitato quanto meno a sottoporla in via prioritaria alla Giunta per il Regolamento affinché essa possa pronunciarsi su quella che al momento appare essere una inaccettabile zona grigia rispetto alla legalità costituzionale e regolamentare e affinché i principi costituzionali vigenti vengano rispettati in primis nel Parlamento, cuore della nostra democrazia.  Prima che giungesse la risposta del Presidente Fico avevo ritenuto utile condividere la mia lettera con tutti i membri dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti; sorprendente per me è stato il numero e la qualità delle riflessioni pervenute su molteplici e diversificati profili di interesse. Ritengo particolarmente importante il contributo che la dottrina può offrire su temi - come quello del rapporto tra gli Statuti dei gruppi parlamentari e l’articolo 67 della Costituzione -  in cui le questioni politiche si intrecciano con quelle costituzionali, al fine di dare strumenti e argomenti per porre il Parlamento in condizione di tutelare sé stesso da fughe dalla Costituzione pericolose per il Paese. Di qui l’idea di organizzare un momento di confronto pubblico aperto ai cittadini oltre che al mondo politico e parlamentare... (segue)



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