Il Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 64 si propone di attuare la delega contenuta nell’art. 1, commi 180 e 181, lettera h), della legge 13 luglio 2015, n. 107, nell’ottica di provvedere ad un adeguato riordino della normativa dettata in materia di istituzioni e iniziative scolastiche all’estero. Progetto ambizioso che, tuttavia, già con l’approvazione della delega legislativa, come evidenziato dai primi commentatori della l. 107/2015, non va nella direzione di individuare una responsabilità univoca sulla gestione di dette istituzioni, ma perpetua, declinandolo in modo differente, il sistema di cogestione tra Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca(MIUR) e Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale(MAECI), già declinato nella parte V del d.lgs. 16 aprile 1994, n. 297. Provando a verificare l’innovatività della legislazione recente, si tratta di ragionare, con dovizia di analisi, su alcuni temi non irrilevanti. Nello specifico, considerata l’importanza della diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero, non può non vagliarsi l’efficacia dei modelli giuridico amministrativi adottati nel corso del tempo, unitamente alle innovazioni, oltre che alle criticità, della riforma del 2017, la quale, peraltro, non risultando nemmeno un fulgido emblema delle migliori applicazioni di legistica, può porre alcuni dubbi persino circa il proprio carattere di utilità all’interno dell’ordinamento. E’ necessario altresì interrogarsi sulla rispondenza della riforma governativa al principio di autonomia scolastica. Se, da un lato, infatti, l’impostazione data alle scuole all’estero è – come in passato – per lo più omologa a quella delle scuole insistenti sul territorio italiano, non può non valutarsi se le istituzioni scolastiche all’estero abbiano, in concreto, quella autonomia funzionale che consente di sviluppare, a livello locale, attraverso l’uso di strumenti di flessibilità gestionale e amministrativa, programmi, interazioni e relazioni tali da consentire anche di incidere positivamente sul tessuto socio economico di riferimento. Ancor prima di entrare nel dettaglio dell’analisi della disciplina normativa, pare opportuno ricostruire, seppur brevemente, il ruolo che, storicamente, le scuole italiane all’estero hanno rivestito nel sistema di istruzione e nella diplomazia internazionale. Tale ruolo, in particolare, è stato sottolineato da chi ha sostenuto che le scuole italiane all’estero costituiscano vero e proprio strumento di diplomazia culturale, capace di perseguire obiettivi di promozione della cultura e della lingua italiana, dell’identità nazionale, del dialogo tra popoli e di contribuire al progressivo aumento del soft power di un Paese… (segue)
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