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NUMERO 22 - 27/11/2019

 Modelli di regolazione pubblica per la tutela della risorsa idrica

L’acqua rappresenta è sempre stata una risorsa fondamentale per la nascita, lo sviluppo e il prosperare della civiltà umana. Sul punto, si rammenta, il pensiero del geofilosofo tedesco Ernst Kapp, il quale aveva classificato le grandi civiltà antiche assumendo l’acqua come criterio tassonomico, distinguendo fondamentalmente tre tipologie di civiltà: le culture potamiche, quelle talassiche e quelle oceaniche.  Anche Carl Schmitt, assumendo l’acqua come fondamento della civiltà, aveva elaborato una suggestiva contrapposizione fra civiltà terrestri e civiltà oceaniche. Allo stato attuale, tuttavia, la distribuzione dell’acqua è squilibrata: la risorsa è in continua contrazione e l’uso sfrenato della risorsa unito ai cambiamenti climatici determinerà un accentuarsi degli squilibri. È stato calcolato che all’interno dell’idrosfera terrestre, l’acqua dolce costituisce circa il 2,5%, di cui non più dello 0,26% complessivo è utilizzabile per fini umani, essendo la restante quantità costituita dai ghiacci antartici. È evidente come l’idea di un diritto all’acqua, come valore costituzionalmente tutelato e come bene comune essenziale da garantire ad ogni individuo sia una delle problematiche fondamentali del XXI secolo. Secondo l’edizione 2015 del World water development delle Nazioni Unite, entro il 2030 è previsto un calo del 40% della disponibilità d’acqua, a meno che non migliori la gestione e l’utilizzo di questa risorsa. Il rapporto 2018 ha messo in luce come troppi individui si trovino in una situazione di estrema povertà, caratterizzata anche dalla mancanza di accesso ad acqua di sufficiente qualità: “more than a billion people lack access to clean water, more than tweo billion have no access no adequate sanitation”. Anche per il diritto europeo si pongono diversi problemi in tema di uso delle acque: ad esempio le varie forme d’inquinamento che minacciano fiumi, laghi e corsi d’acqua sotterranei o i vari usi che si fanno delle risorse idriche. Sul punto anche Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si, datata 24.05.2015, ha svolto molte considerazioni sul tema della “cura della casa comune” e sul legame, oggi sempre più evidente tra le preoccupazioni per la natura e la giustizia verso i più poveri. Il Pontefice rivolge nel suo testo un invito ad agire agli Stati per assicurare il diritto di tutti ad accedere all’acqua: “per affrontare i problemi di fondo, che non possono essere risolti da azioni di singoli Paesi, si rende indispensabile un consenso mondiale che porti, ad esempio, (…) ad assicurare a tutti l’accesso all’acqua potabile”. La necessità e le modalità di gestione della risorsa, sempre più avvertito da tutti come un problema di estrema urgenza è oggetto del presente articolo. In particolare, il presente articolo prende le mosse dalla elaborazione filosofico-giuridica di acqua come bene comune per poi analizzare il riconoscimento dello stesso come diritto positivo tutelato a livello internazionale ed eurounitario in modo da valutare eventuali scenari di regolazione che garantiscano una generale fruibilità del bene nel rispetto della scarsezza della stessa… (segue)



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