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NUMERO 1 - 08/01/2020

 Il regionalismo italiano ancora alla ricerca del 'modello plurale' delineato in Costituzione

Nella voce Regione (diritto costituzionale) del Digesto delle Discipline pubblicistiche del 2008 Antonio Ruggeri iniziava la sua trattazione con una frase che ancora oggi si potrebbe porre all’inizio di analoghe riflessioni: «Pur tra varie vicissitudini che l’hanno segnata dalle sue origini e fino ai giorni nostri, la Regione non cessa di essere una sorta di oggetto misterioso, secondo modello come pure secondo esperienza». Sarà anche in forza di tale consapevolezza che le riforme, o i tentativi di riforma, di quell’”oggetto misterioso” sono sempre stati salutati positivamente dagli addetti ai lavori, nella speranza di una maggior definizione. E tali occasioni, a dir la verità, non sono mancate, da quando Enzo Cheli noto che poco dopo la loro effettiva istituzione le Regioni erano già entrate in un «cono d’ombra». Anche nell’attuale Legislatura il dibattito si è riacceso sotto la peculiare prospettiva dell’attuazione del c.d. regionalismo differenziato di cui all’art. 116, comma 3 Cost. Per la verità non è la prima volta che si cerca di dare attuazione a tale norma costituzionale. La prima iniziativa, del 2003, probabilmente quella più articolata, si deve alla Regione Toscana, in materia di beni culturali. Dopo qualche anno altre tre Regioni presero l’iniziativa. Il Consiglio regionale del Piemonte deliberò in data 25 settembre 2007 l’avvio del procedimento di individuazione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Nella bozza di “Documento per l’avvio del procedimento di individuazione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” diffusa dalla stessa Regione erano contenute proposte di negoziazione assai generiche su tre ambiti: beni paesaggistici e culturali; infrastrutture e autonomia universitaria e ricerca scientifica. Il 28 gennaio 2008 la Giunta regionale  deliberò nuovamente l’intendimento di avviare il percorso di differenziazione e di affidare al suo Presidente il mandato a negoziare con il Governo. Nel novembre 2008 il Presidente della Giunta annunciò l’apertura ufficiale di trattativa con il Governo… (segue)



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