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NUMERO 8 - 01/04/2020

 Alcune questioni di costituzionalità in tema di voto parlamentare a distanza

Abstract [It]: La crisi sanitaria in atto indotta dalla diffusione del coronavirus  (Covid-19) induce a guardare alle Camere con rinnovata fiducia. Si è proposto di introdurre il voto a distanza per non obbligare i parlamentari a raggiungere le sedi di lavoro ma le Camere hanno programmato numerose sedute per collaborare con il Governo a gestire la crisi, confermando la propria piena operatività ed accantonando la questione. Se ne può comunque parlare in prospettiva de iure condendo, valutando modifiche costituzionali e dei regolamenti parlamentari, indispensabili quando è implicato l’esercizio delle attribuzioni e la garanzia dell’autonomia delle Camere e dei singoli membri.

 

Abstract [En]: The ongoing health crisis caused by Covid-19 leads us to look to the Houses with renewed confidence. It was proposed to introduce remote voting in order not to oblige parliamentarians to reach their places of work, but the Chambers have scheduled sessions, confirming full operational powers and setting aside the issue. However, we can talk about it in a de iure condendo perspective, evaluating constitutional changes and parliamentary regulations, indispensable when is involved the exercise of the powers and the guarantee of the autonomy of the Chambers and individual members.

 

Sommario. 1. Delimitazione della questione. 2. I parametri costituzionali in gioco. 3. Alcune opzioni de iure condendo. 4. Guardando all’art. 78 Cost. 5. I procedimenti parlamentari non sono formalismi. 6. Il procedimento parlamentare come sede pubblica necessaria del dibattito democratico. 7. Il procedimento parlamentare non è mero presupposto di fatto del voto. 8. Il voto in seduta come condizione di tutela dell’autonomia e delle attribuzioni delle Camere e dei singoli parlamentari.



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