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FOCUS - Osservatorio sul diritto elettorale

 L'anno elettorale messicano

Il 2 giugno scorso si sono tenute in Messico le elezioni per la Presidenza della Repubblica, per il rinnovo delle Assemblee rappresentative (500 seggi alla Camera dei deputati e 128 seggi al Senato della Repubblica), per il Governo di Città del Messico e di altre trentadue realtà federative. Sono stati chiamati alle urne circa cento milioni di cittadini messicani per eleggere oltre diciannove mila rappresentanti e l’affluenza al voto è stata pari a circa il 60% degli aventi diritto.

L’attenzione è assorbita dalle elezioni presidenziali, anche in considerazione del fatto che per la prima volta i due principali partiti politici della Repubblica messicana hanno candidato una donna alla guida del Paese. Claudia Sheinbaum, già governatrice di Città del Messico per il partito Morena – di cui era espressione il Presidente uscente Andrès Manuel Lòpez Obrador – e Xóchitl Gálvez per il partito Fuerza y Corazón por México, coalizione che racchiude i partiti che tradizionalmente hanno caratterizzato la storia politica messicana.

La vittoria di una donna alle presidenziali messicane, Claudia Sheinbaum, si pone nel solco già tracciato dagli altri Paesi del centroamerica (il Brasile con Dilma Roussef dal 2011 al 2016; il Cile con Michelle Bachelet dal 2006 al 2010 e dal 2014 al 2018; l’Argentina con Cristina Fernández de Kirchner dal 2007 al 2015) e rappresenta un capitolo importante per milioni di donne messicane, le quali potrebbero vedersi finalmente assicurato il diritto alla parità di genere nella vita pubblica e privata.

Infatti, i risultati delle elezioni del 2 giugno scorso rappresentano una vera e propria rivoluzione copernicana, che si auspica abbia la forza di imprimere una politica “gender sensitive” in grado di rendere eguali le condizioni personali, economiche e sociali delle donne e degli uomini. Nonché di porre fine all’elevatissimo tasso di femminicidi che interessano il Paese; basti richiamare i dati di Amnesty International del 2023, i quali indicano che oltre tremila donne messicane (circa nove al giorno) hanno perso la vita per mano dei propri mariti e/o compagni.

Tali risultati presuppongono, d’altro canto, un mutamento nella cultura politica e civile messicana. La campagna elettorale è stata caratterizzata per un elevato tasso di violenza – che ha addirittura compreso l’omicidio – dei candidati e dei politici già affermati. Da un colloquio tra i membri del collegio di sicurezza del Governo e i consiglieri dell’Istituto elettorale nazionale è emerso, infatti, che oltre 530 candidati hanno richiesto protezione e che a oltre 480 di questi è stata riconosciuta.

L’anno elettorale messicano sollecita l’attenzione anche rispetto a quanto è stato compiuto nel periodo precedente al voto, poiché l’Instituto Nacional Electoral ha adottato diversi atti normativi per disciplinare le elezioni. Fra questi è possibile ricordare l’affermazione del principio relativo alla parità di genere anche per le elezioni dei governi degli Stati membri; la novella si inserisce nel solco delle riforme costituzionali del 2014 e del 2019. Con la prima si è fra l’altro previsto che i partiti politici devono presentare liste con lo stesso numero di donne e uomini, mentre con la seconda è stato esteso tale onere anche per le elezioni di organi monocratici.

In occasione delle elezioni del 2024 è stata, inoltre, revisionata la legislazione elettorale di contorno, con particolare riguardo alle norme relative al finanziamento dei partiti politici e alla parità di accesso ai mezzi di comunicazione per i candidati e le candidate, onde rinforzare il percorso verso il raggiungimento dell’eguaglianza sostanziale fra i sessi. Tale legislazione elettorale, sensibile alla parità di genere, è frutto della poderosa attività giudiziale svolta dal Tribunal Electoral del Poder Judicial de la Federación.

Con riguardo ai candidati alla Presidenza, sono state ridefinite anche le norme relative al dibattito durante il processo elettorale al fine di assicurare l’imparzialità nella diffusione dei programmi elettorali alla cittadinanza. Un’altra importante innovazione ha interessato l’esperimento pilota delle urne elettroniche per l’elezione del Capo del governo, dei deputati locali e dei consigli comunali; in particolare, nei seggi pilota sono state installate tre urne elettroniche alle quali hanno avuto accesso non più di mille elettori.

I progressi verso la maturità politica e il rafforzamento del processo democratico messicano dovranno concentrarsi anche rispetto ai rapporti di politica estera. Alla neoeletta Presidente degli Stati uniti del Messico spetta, fra l’altro, ricucire i delicati rapporti diplomatici con l’Ecuador, assai compromessi dal raid della polizia ecuadoriana nell’ambasciata messicana del 5 aprile scorso al fine di arrestare l’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas, che proprio in ambasciata trovava rifugio. Un’azione politica che ha spinto lo Stato messicano a ricorrere alla Corte internazionale di giustizia per la violazione del diritto internazionale e della sovranità della Repubblica messicana.



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