Garante per la protezione dei dati personali, 2024, FAQ in materia di accesso ai dati della cartella clinica ai sensi dell’art. 15 del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR)-Pubblicate dal Garante Privacy le FAQ in materia di accesso ai dati personali contenuti nella cartella clinica

Garante per la protezione dei dati personali, 2024, FAQ in materia di accesso ai dati della cartella clinica ai sensi dell’art. 15 del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR)

Il Garante Privacy ha pubblicato le FAQ in materia di accesso ai dati personali contenuti nella cartella clinica, inteso quale documento che contiene l’insieme di informazioni sanitarie e anagrafiche sul singolo ricovero.

Nelle Faq l’Autorità chiarisce che la struttura sanitaria, titolare del trattamento, a seguito di una istanza presentata ai sensi dell’art. 15 del Regolamento, è tenuta a fornire al richiedente copia dei dati personali oggetto del trattamento, precisando che la prima copia di tali dati deve essere rilasciata gratuitamente, gratuità pur limitata ai dati personali e non necessariamente ai documenti contenuti in tale cartella. In tale copia, non deve essere, infatti, compresa la copia integrale della cartella clinica, composta anche da documenti che non contengono dati personali, salvo che la struttura non ritenga che la copia integrale della documentazione sanitaria sia necessaria a consentire la verifica dell’esattezza, della completezza e dell’intelligibilità dei dati richiesti, come stabilito dalla sentenza CGUE 307/22 del 26/10/23.

Il Garante ha ricordato, inoltre, ai titolari del trattamento (ospedali, aziende sanitarie, ecc.) che, in caso di ricezione di istanze generiche di accesso, le Linee guida della Commissione Europea sulla Protezione dei dati raccomandano di chiedere agli interessati di specificare l’oggetto della richiesta (dati personali o documentazione).

I chiarimenti dell’Autorità giungono a seguito di alcuni reclami di utenti che lamentavano il mancato rilascio gratuito da parte di strutture sanitarie della prima copia cartacea della propria cartella clinica. Tale diniego è stato segnalato dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea C-307/22 del 26 ottobre 2023, che dunque ha sollecitato il documento in esame.

Nello specifico, per completezza, si ricorda che la sentenza citata aveva affermato che l’articolo 12, paragrafo 5, e l’articolo 15, paragrafi 1 e 3, del regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), devono essere interpretati nel senso che l’obbligo di fornire all’interessato, a titolo gratuito, una prima copia dei suoi dati personali oggetto di trattamento grava sul titolare del trattamento anche qualora tale richiesta sia motivata da uno scopo estraneo a quelli di cui al considerando 63, prima frase, di detto regolamento. Parimenti, non è consentito agli Stati membri di adottare una normativa nazionale che, al fine di tutelare gli interessi economici del titolare del trattamento, ponga a carico dell’interessato le spese di una prima copia dei suoi dati personali oggetto di tale trattamento. Inoltre, la Corte aveva determinato che l’articolo 15, paragrafo 3, prima frase, del regolamento 2016/679 deve essere interpretato nel senso che nell’ambito di un rapporto medico-paziente, il diritto di ottenere una copia dei dati personali oggetto di trattamento implica che sia consegnata all’interessato una riproduzione fedele e intelligibile dell’insieme di tali dati. Tale diritto presuppone quello di ottenere la copia integrale dei documenti contenuti nella sua cartella medica che contengano, tra l’altro, detti dati, qualora la fornitura di una siffatta copia sia necessaria per consentire all’interessato di verificarne l’esattezza e la completezza nonché per garantirne l’intelligibilità. Per quanto riguarda i dati relativi alla salute dell’interessato, tale diritto include in ogni caso quello di ottenere una copia dei dati della sua cartella medica contenente informazioni quali diagnosi, risultati di esami, pareri di medici curanti o eventuali terapie o interventi praticati al medesimo.

F.L.