
Caro Direttore, sulla questione della presidenza della Commissione di vigilanza, si sono fin qui lette le interpretazioni più diverse sulla politica dei gruppi PdL. E sono state anche accreditate fantasiose divisioni nella maggioranza. Riteniamo doverosa la ricostruzione dei fatti, perché solo da uno sforzo di verità potrà derivare la via d' uscita. Una premessa è necessaria. Le votazioni parlamentari che richiedono il concorso di maggioranza e opposizione implicano uno sforzo di condivisione: una regola, antica senza la quale, ad esempio, l' elezione di Nilde Iotti e di Giorgio Napolitano alla presidenza della Camera non sarebbe stata possibile. Il Partito democratico, invece, avendo stabilito un' intesa subalterna con l' Italia dei Valori, ha avanzato la candidatura di Leoluca Orlando senza alcuna consultazione preliminare. Il centrodestra ha replicato esprimendo forte perplessità per l' ipotesi che una commissione di garanzia possa essere presieduta da un rappresentante di un partito che vuole fare sull' informazione pubblica una battaglia di parte. Da qui l' originario no a Orlando. A un certo punto, si è persino provato a superare quel no. Ma il 29 settembre l' esponente dell' Idv ha pensato bene di dichiarare al Suo giornale che «l' autoritarismo di Berlusconi ci sta portando verso un modello argentino, con tutto ciò che ne consegue»....
(segue)
Relazione del Tribunale ordinario di Roma - Collegio per i reati ministeriali - sul caso Almasri
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