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NUMERO 29 - 21/10/2020

 Pandemia da Covid-19 e Assemblee Parlamentari

Il covid 19 ha intercettato e travolto tutti gli ambiti in cui la presenza fisica dell'oggetto della contaminazione, l'essere umano, non poteva essere surrogata attraverso una partecipazione “virtuale”, ancorché consentita dalle tecnologie informatiche con l’utilizzo di accessi "da remoto". Dunque l’ondata pandemica non ha potuto lasciare illese le assemblee parlamentari, dove la presenza dei deputati e dei senatori è stata ritenuta dagli organi di autogoverno della Camere necessaria in coerenza con la lettera e lo spirito dell’art.64, terzo comma della Costituzione, con i regolamenti e la prassi parlamentare. Gli effetti della pandemia da coronavirus sull’attività del Parlamento si sono riverberati più  recentemente anche con riferimento al computo del numero legale nelle sedute dell’Assemblea di Montecitorio, ponendo questioni d’intuibile rilevanza dal punto di vista del rapporto tra maggioranza e opposizione. L’occasione si è manifestata in modo emblematico nel corso della seduta di martedì 6 ottobre 2020, in occasione della votazione sulle risoluzioni presentate in Aula a seguito delle comunicazioni rese dal Ministro della Salute sull’andamento dell’epidemia e sulle misure adottate per fronteggiarla. Nel corso della prima votazione della seduta erano mancati quindici deputati per raggiungere la soglia del numero legale. Ripetuta dopo un’ora, la votazione aveva dato lo stesso esito di non conseguimento della soglia di validazione, anche se il numero dei presenti era cresciuto di sette unità, costringendo il Presidente, apprezzate le circostanze, a rinviare la votazione sulle risoluzioni al giorno successivo. Ne era sorto un vivace dibattito tra esponenti della maggioranza e dell’opposizione a cui aveva fatto seguito la convocazione della conferenza dei Presidenti di Gruppo, seguita dalla riunione della Giunta per il Regolamento. La questione, riassunta dal Presidente Fico nella seduta della Giunta, assumeva rilevanza dal punto di vista dell’impedimento oggettivo posto a carico di alcuni deputati impossibilitati a partecipare alla seduta dell’Assemblea perché sottoposti a quarantena o a isolamento fiduciario sulla base di provvedimenti delle competenti autorità sanitarie o su  indicazione del medico di medicina generale, a seguito della riscontrata positività al Covid-19. In condizioni analoghe si erano ritrovati anche altri deputati in stato d’isolamento fiduciario perché non ancora in possesso del risultato del test diagnostico molecolare cui erano stati sottoposti. Nel corso della riunione della Giunta per il Regolamento il Presidente aveva rammentato le motivazioni con cui la stessa Giunta convenne, nella precedente riunione del 4 marzo, di applicare l’istituto della “missione” al “deputato impossibilitato a partecipare ai lavori parlamentari per effetto dei provvedimenti restrittivi della libertà di circolazione disposti col decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”. La previsione astratta venne applicata ad un caso concreto: il deputato Guidesi, impossibilitato a muoversi dal luogo di domicilio situato nella prima zona rossa, cui fece seguito un secondo caso. Lo stesso Presidente Fico avrebbe ricordato come nel corso dei mesi di aprile e di maggio 2020, in costanza del lockdown, tutti i deputati assenti, a qualunque titolo, erano stati considerati giustificati… (segue)



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