NUMERO 14 - 21/05/2025

Il nuovo corso della Corte costituzionale italiana sui rapporti con l’ordinamento dell’Unione europea: è davvero una questione di “tono”?

Nelle ultime pronunce della Corte costituzionale italiana appare sempre più frequentemente l’idea che, quando i giudici italiani si trovino di fronte ad un potenziale contrasto fra norme nazionali e diritto dell’Unione, fra le diverse soluzioni, consistenti nell’interpretare conformemente al diritto europeo o disapplicare la norma italiana confliggente, nell’effettuare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia o nel chiedere lumi alla Consulta, la scelta “più proficua” sia l’ultima qualora la questione rivesta un “tono costituzionale”. Occorre riconoscere che la Consulta è attenta a suggerire tale scelta non come un dovere, ribadendo che il giudice nazionale rimane libero di scegliere una delle altre strade. Il “tono” (…per restare in tema) della Consulta è piuttosto quello di una “moral suasion. È opportuno però chiedersi quale impatto sui rapporti fa ordinamento italiano e ordinamento europeo potrebbe avere questo nuovo approccio se si trasformasse in una consuetudine costituzionale o in una prassi generalmente e sistematicamente seguita dai giudici nazionali... (segue)



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