editoriale di Renato Rordorf
La dimensione europea dei mercati finanziari
Non è davvero facile discorrere in questo momento di mercati finanziari, e neppure inquadrarli in una dimensione europea. Da un po’ di tempo in qua i mercati finanziari sono, purtroppo, l’argomento di ogni giorno: il tormento dei lettori dei quotidiani e degli spettatori televisivi, in perenne ed angosciosa attesa di sapere se dall’oggi al domani l’andamento delle borse sia stato positivo o negativo e se sia cresciuto o diminuito il divario tra i tassi d’interesse dei titoli di stato dei diversi paesi europei. I “mercati” – così ormai genericamente indicati, quasi ad accentuarne il carattere d’inquietante impersonalità – sembrano esser divenuti l’arbitro imperscrutabile del nostro destino, non solo economico-finanziario ma anche sociale ed, in ultima analisi, politico. E tutto ciò pone chiunque si accosti all’argomento nella scomoda condizione di dover affrontare un fenomeno ormai divenuto straordinariamente carico di valenze emotive, rimanendo esposto ai contrapposti rischi della banalità o dell’esoterismo. Non solo: c’è anche da chiedersi in qual misura, per come stanno le cose, sia davvero possibile inquadrare i mercati finanziari in una dimensione europea... (segue)
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