L'esito del referendum britannico costituisce l'evento principale, ma non il solo, delle ultime settimane: in Austria, solo poche settimane fa i partiti tradizionali sono stati sbaragliati e il candidato alla Presidenza della Repubblica del partito di estrema destra ha perso il ballottaggio con uno scarto percentuale di qualche decimo di punto; in Italia, il Movimento 5 Stelle, che si presenta come radicalmente anti-establishment, ha conquistato Roma e Torino, città - specie la prima - in cui non basta la capacità personale, ma occorrono strumenti operativi adeguati; in Spagna nelle elezioni del 26 giugno si è confermata una situazione di stallo tra quattro partiti, nessuno dei quali raggiunge la maggioranza dei seggi, ma ciononostante non vogliono trovare un accordo; nel Regno Unito, confermando i timori, e disattendendo le speranze, che molti nutrivano, il voto britannico nel referendum consultivo del 23 giugno ha consegnato un risultato di quasi il 51,9% di favorevoli al "Leave" e il 48,1% favorevoli al "Remain"... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
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